Futurismo by Claudia Salaris

Futurismo by Claudia Salaris

autore:Claudia Salaris [Salaris, Claudia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Art, History, Modern (late 19th Century to 1945)
ISBN: 9788870758757
Google: jTnCjgEACAAJ
editore: Editrice Bibliografica
pubblicato: 2016-02-14T23:00:00+00:00


Politica

Una forte radicalizzazione politica ha investito gli strati intellettuali del primo Novecento ed è proprio in questo clima che si è formato il pensiero politico futurista, caratterizzato da un patriottismo modernista, repubblicano e anticlericale, che guardava con attenzione alle lotte sociali, differenziandosi dalla retorica dei nazionalisti per una irriverenza anarcoide. Nella prima serata futurista al Politeama Rossetti di Trieste, il 12 gennaio 1910, Marinetti spiegò al pubblico che il suo intervento si proiettava al di là dell’arte. «In politica», egli dichiarava, «siamo tanto lontani dal socialismo internazionalista e antipatriottico – ignobile esaltazione dei diritti del ventre – quanto dal conservatorume pauroso e clericale, simboleggiato dalle pantofole e dallo scaldaletto».88 Il 15 febbraio dello stesso anno la serata al Teatro Lirico di Milano si tramutava in manifestazione per la liberazione di Trento e Trieste dal dominio austriaco. Peraltro, nel manifesto del futurismo il bellicismo e il nazionalismo erano bilanciati dall’esaltazione del «gesto distruttore dei libertarî» e delle realtà conflittuali della società di massa, «le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa», «le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne».

Il poeta, proprio per l’affinità ideologica che lo legava al pensiero di Georges Sorel, l’autore delle Riflessioni sulla violenza (1908), ha cercato i primi contatti nell’ambito della sinistra estrema e irregolare. Ha pubblicato infatti su «La Demolizione» di Ottavio Dinale un appello agli operai, intitolato I nostri nemici comuni (16 marzo 1910), in cui proponeva la formazione di un fronte unico per superare la lotta di classe mediante un’alleanza tra intellettuali d’avanguardia e lavoratori, unificati nella mistica della rivolta e della nazione. Nello stesso periodo teneva conferenze presso le Camere del Lavoro di Napoli e Parma e al Teatro dell’arte moderna di Milano, esaltando con accenti alla Sorel la Bellezza e necessità della violenza. Il testo fu riprodotto su «L’Internazionale» di Alceste De Ambris (10 luglio 1910).

In realtà il concetto della violenza come levatrice della storia è già in Karl Marx ancor prima che in Sorel, il quale poi vi ha costruito attorno un vero e proprio mito irrazionale, che ha influenzato gli anarco-sindacalisti e lo stesso Marinetti. A tale mito è legata l’idea della «guerra, sola igiene del mondo», formulata nel primo manifesto futurista e ribadita da Marinetti nel 1911, in occasione dell’impresa italiana contro i turchi per il possesso della Libia, che era sotto il dominio del sultano di Costantinopoli. Nell’esaltare la battaglia di Tripoli, il poeta si è trovato in sintonia con un variegato fronte che comprendeva il nazionalista Enrico Corradini, letterati come d’Annunzio e Pascoli - che in tale occasione scrisse La grande proletaria si è mossa... (1911) - ma anche esponenti del sindacalismo rivoluzionario, come Arturo Labriola e Paolo Orano, decisi a superare l’antimilitarismo con una mobilitazione attorno all’idea di patria in nome della causa proletaria. In questo momento Marinetti era il solo futurista a perorare la causa della guerra, i pittori preferivano infatti occuparsi delle battaglie creative. Ma in occasione delle elezioni politiche del 1913 anche Boccioni, Carrà e Russolo avrebbero sottoscritto



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