Gioco senza fine by Brian Forbes

autore:Brian Forbes [Forbes, Brian]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Spionaggio
ISBN: 9788840204291
editore: De Agostini
pubblicato: 1986-09-01T22:00:00+00:00

PARTE SECONDA

21

Belfrage non era il più piacevole e neppure il più esperto degli amanti, anche se si sarebbe offeso se gli avessero detto che la sua tecnica era carente. Dopo il coito, andava soggetto a sensi di colpa; Pamela era abbastanza sagace da capire che il senso di colpa, oltre a procurare la tristezza finale, serviva anche a dare lo stimolo iniziale. Con il passare del tempo, il sacrificio che Gunther esigeva da lei diventava sempre più mortificante.

Per arginare la noia mentre sir Charles ansimava verso una conclusione solitaria, che lei era costretta a fingere, Pamela dovette ricorrere a tecniche di controllo mentale. Pensando ai vari gradini della sua educazione sessuale, si accorse che, a letto, la maggior parte degli uomini, con l’eccezione di Gunther, l’aveva annoiata. Gli anni sperimentali dell’adolescenza erano stati infestati da ragazzini terribilmente corretti che frequentavano scuole private ed erano molto più ansiosi di fare bella figura con mamma e papà che di darle quello che desiderava. Mentre aspettava supina che sir Charles finisse di dimenarsi, Pamela rammentò le erezioni permanenti e inutili dei suoi amici, i loro baci con labbra screpolate, le loro mani strette sulle sue mammelle, le loro voci strangolate che supplicavano una soluzione rapida ed egoista. Sir Charles non era che una versione invecchiata di quei primi corteggiatori. Il primo che si era meritato interamente i favori di Pamela era stato un cugino: tutti e due stremati da una partita di tennis, lui con la faccia gonfia per la febbre da fieno, i due novizi avevano fatto finta, in un padiglione del giardino, di possedere un’esperienza che si era dimostrata tutt’altro che sufficiente. Ma per Pamela si era trattato di una svolta necessaria, di un primo piacevole assaggio dell’inganno, di una preparazione ai futuri e più gravi tradimenti. Perché alla ragazza, naturalmente, era stato insegnato che doveva avere cura di sé, resistere pura attraverso il bosco della giovinezza, fino all’istante supremo in cui, dando il braccio a papà, accompagnata da Mendelssohn, sarebbe andata incontro al vecchio raggiro dell’amore, dell’onore e dell’obbedienza. Avendo visto tante altre impegolarsi lungo quella vecchia strada logora, Pamela aveva preso la decisione di non lasciarsi intrappolare nello stesso vicolo cieco.

I suoi vecchi genitori commisero un enorme errore: le consentirono di finire gli studi nell’Università di California. Ciò nonostante, Pamela rimase la solita figlia di papà: quando voleva qualcosa, papà glielo dava. Lì, nell’incontenibile campus di Berkeley, che copriva un’area vasta come la città in cui era stata allevata, la sua ricerca del nirvana ebbe termine.

In questo mondo diverso, nel quale gli abbronzati indigeni parlavano la sua lingua con accento straniero, Pamela divenne intellettualmente, politicamente e sessualmente maggiorenne. Le vivaci giacche da cricket furono sostituite da magliette su cui erano stampati gli slogan del dissenso, il padiglione dal sedile posteriore di Chevrolet e di Thanderbird vecchio modello. Mani meno timorose le tolsero il reggiseno, menti più agili le instillarono la consapevolezza dei torti della società che l’aveva generata. Tutte queste esperienze furono come una rivelazione. Pamela scoprì che non

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