Giudizio universale by Gianluigi Nuzzi

Giudizio universale by Gianluigi Nuzzi

autore:Gianluigi Nuzzi [Nuzzi, Gianluigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, General
ISBN: 9788832962925
Google: NPy0DwAAQBAJ
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2019-10-19T22:00:00+00:00


Nei sacri palazzi si consumano reati. E i prelati silurano chi denuncia

Prima di iniziare i controlli a tappeto, il revisore vuole avvisare tutti gli enti e i dicasteri di cosa farà e di cosa chiederà, in modo da evitare che un domani qualcuno possa far finta di cascare dalle nuvole. Il suo ufficio individua così una lista di 136 enti ai quali inviare questa importante circolare, indispensabile prima di cominciare i controlli. Milone ha l’elenco degli istituti, ma gli mancano i nomi dei relativi responsabili. Quindi li fa chiedere al sostituto Becciu, che non risponde, evidentemente distratto da questioni che lui ritiene prioritarie. Il documento rimane così a lungo sulla scrivania del revisore e partirà solo nel gennaio successivo, dopo l’epifania del 2016, quando la situazione, dopo rinvii e resistenze, finalmente si sblocca e arriva l’agognato indirizzario dalla segreteria di Stato.

Milone inizia a raccogliere materiale sui conti nei vari uffici della curia, ma di nuovo non sempre ottiene i dati con facilità. Non s’impressiona. Va avanti con determinazione. In pochi mesi si costruisce intorno un esercito di nemici invisibili, infastiditi e piccati dalla curiosità di questo laico che vuole mettere il naso e soprattutto gli occhi sulla contabilità. Ogni incongruità riscontrata all’Apsa o negli altri dicasteri detona e si coagula in sette, otto denunce penali presentate al promotore di giustizia (che corrisponde al pubblico ministero in Italia). Altrettante denunce partono, sempre su evidenze che emergono dalla documentazione esaminata all’Aif. «Ci sono transazioni opache o fuori misura, alcune per diverse decine di milioni di euro, che vanno indagate» sollecita Milone, ricevendo però in molti casi solo dinieghi o risposte laconiche. «I vostri esperti antiriciclaggio devono aver capito male, tutto è normale» è la gelida reazione di quelli dell’Aif alle sollecitazioni della squadra di Milone. A iniziare dal direttore Tommaso Di Ruzza, cognato dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. Così nessuna denuncia presentata sembra mai essere stata esaminata dal promotore, almeno al punto da sfociare in un processo.

Giorno dopo giorno lo spettro investigativo di Milone si allarga. Sotto indagine conoscitiva finiscono decine, centinaia di entità cattoliche. In pratica tutte tranne una, che rimane inviolabile: lo Ior, l’Istituto per le opere di religione, la banca un tempo di Marcinkus, una realtà complessa che approfondiremo più avanti. Lì il revisore generale e lo stesso papa Francesco non andrà mai oltre l’ingresso. In tanti si rivolgono all’ufficio per avere chiarezza. Non solo il pontefice, ma anche alcune grandi organizzazioni che fanno beneficenza, tra le quali spiccano diverse potenti fondazioni americane, chiedono al consiglio per l’Economia come vengono gestiti i loro soldi. Risulteranno custoditi nei forzieri vaticani, inutilizzati.

L’ufficio procede con le analisi dei bilanci degli anni precedenti. Milone vede varie volte Bergoglio al palazzo apostolico e a Santa Marta. Lo aggiorna su ogni novità, riportando i problemi, le resistenze e i tranelli che incontra. Confidandosi con i suoi collaboratori, il revisore comincia a non nascondere un certo pessimismo. In Vaticano ci sono problematiche gravi che sono state sottovalutate. «Il mondo non si ferma per loro



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