Giuseppe Dossetti e le Officine bolognesi by Paolo Prodi

Giuseppe Dossetti e le Officine bolognesi by Paolo Prodi

autore:Paolo, Prodi [Prodi, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Studi Religiosi, Forum
ISBN: 9788815328632
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00


Queste riflessioni mi muovono in diverse direzioni. La prima è un suo sguardo nuovo sulla storia come «frammento», come fatto o serie di fatti collegati nella realtà umana con il superamento di ogni visione globale apocalittica. A questo proposito mi sembra particolarmente significativa – anche perché ne parlammo allora insieme – la lezione che egli fece in San Domenico a Bologna il 21 ottobre 1986 su La Chiesa di Bologna e il Concilio, una lezione – non contenuta nelle raccolte degli scritti[5] – in cui egli dichiara di non voler parlare del Vaticano II, ma parte, come «prima stella palpitante», da Gabriele Paleotti e dalle sue riforme per l’attuazione del concilio di Trento; poi tratta dell’episcopato di Prospero Lambertini, dal 1731 arcivescovo di Bologna, incarico che egli mantiene anche dopo la sua elezione al papato; «terza stella ed ultima» il cardinale Domenico Svampa (1894-1907). Non è certo mio compito riprendere qui l’analisi storica di Dossetti sulla Chiesa bolognese, ma soltanto capire che per lui era divenuto necessario partire dalle tradizioni della Chiesa di Bologna per comprendere anche il ruolo svolto da Lercaro nel Vaticano II e più in generale il rapporto tra le Chiese locali e la Chiesa universale, con il richiamo finale della citazione del collaboratore del Paleotti, Carlo Sigonio: la «respublica hebraeorum» come «insignis forma Ecclesiae christianae», il popolo ebraico come fratello maggiore del popolo cristiano[6]. Dalle piccole cose bolognesi Dossetti sembra ripartire alla ricerca di una storia della salvezza, un cammino dalla Bibbia alla storia, sino alla fine dei suoi giorni:

Bisogna immergersi nella storia, conoscerla profondamente. Non potete fare a meno di conoscerla, di studiarla; e di studiare non solo la Storia della Chiesa, ma anche la storia della civiltà e della società civile, di quella che noi chiamiamo «la storia mondana». Perché il mondo c’è; il mondo non è certo il regno di Dio, non è neanche il regno di Dio in mysterio come la Chiesa, è però una componente essenziale dell’opera del creatore e del redentore. Quindi bisogna averne senso, non semplicemente leggere la cronaca [...] io non leggo i giornali ma cerco di conoscere la storia [...] bisogna invece leggere grandi opere di storia, avere pazienza per entrarci dentro [...] Leggete libri di solida formazione storica, una pagina al giorno, ma con continuità. È indispensabile per avere il senso storico, non tanto per sapere i fatti, che delle volte sono troppo complessi o troppo parziali rispetto all’universalità del grande flusso storico. Se si ha un po’ di senso storico si relativizzano giustamente e con deliberazione anche tante cose che devono essere evidentemente superate, che possono essere state convinzioni solide ma non sufficientemente rapportate al nucleo essenziale del kerygma, dell’evangelo[7].



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