Gli ultimi racconti by H.P. Lovecraft

autore:H.P. Lovecraft [Lovecraft, H.P.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: prog
editore: Fanucci
pubblicato: 2013-10-13T22:00:00+00:00

III

Per un attimo Gideon rimase avvolto dalle tenebre silenziose, poi trasalì violentemente quando l'oscurità fu spezzata dalla luce di una lanterna, e il silenzio fu rotto dallo stridore della porta richiusa.

Con occhi e orecchie assaliti da quelle improvvise sensazioni, Gideon si preparò ad un'orribile rivelazione. Ma niente di quello che aveva immaginato era paragonabile allo stupore che gli causò la realtà; si ritrovò in una stanza dall'aspetto assolutamente normale.

Era un soggiorno con il soffitto a travi basse tipico di una fattoria del New England, completo di un caminetto di pietra, di mobili intagliati a mano, e di un rozzo pavimento coperto di pellicce. La vista di Gideon non incontrò nient'altro che il normale ambiente di una familiare esistenza vissuta nelle terre selvagge. Vide perfino un arcolaio, vicino alla nicchia della finestra che era alla sua destra.

Non riscontrò nulla d'insolito neppure nella figura del padrone di casa, che si voltò, lanterna alla mano, a riceverlo con un sorriso di benvenuto. L'uomo che gli stava dinnanzi era curvo, aveva la faccia rugosa e la barba imbiancata. Guardò Gideon con occhi socchiusi e un sorriso cordiale, allungando una mano legnosa in segno di benvenuto.

«Credo che mi abbiate svegliato dal mio pisolino» esordì. «Qui sono solo, e sono abituato ad andare a letto presto, dato che non capita spesso che degli ospiti mi onorino con la loro presenza.»

Con un certo imbarazzo, si guardò la camicia ed i pantaloni, fatti di stoffa intessuta a mano.

«Devo cambiarmi d'abito, poiché non c'è nessuno che badi a me. Scusate il mio aspetto.»

Gideon assentì, schiarendosi la voce.

«Sono io che devo scusarmi. Temo d'essermi perso.»

«Qui vengono ben pochi viaggiatori» disse il vecchio, guardando Gideon più attentamente. «Voi dovete venire da lontano.»

Gideon ricambiò il suo sguardo, sorridendo.

«Ben volentieri vi racconterei il mio viaggio. Ma ora sono stanco e ho molta fame...»

L'allusione colse subito il segno.

«Naturalmente siete invitato qui a cenare, e a passarvi la notte.»

In questo modo semplice cominciò la permanenza di Gideon a Roodsford; il suo padrone di casa era un certo Dorcas Frye. Dorcas era un vedovo, che era arrivato lì nel 1674. Viveva da solo, cacciando e pescando, e badando alla casa. Gideon apprese quelle notizie mentre gli veniva fornita una frugale cena. Apprese queste notizie e nient'altro, sebbene tentasse d'interrogare il vecchio con infinita pazienza. Ma Dorcas Frye si rivelò prima evasivo e poi taciturno.

In un'altra occasione, Gideon avrebbe accettato una simile reticenza come un fatto del tutto normale; infatti è nello spirito dei Puritani non essere molto aperti con gli estranei. Ma, con i sospetti che provava, Gideon vide uno spaventoso significato nella reticenza del vecchio a parlare di sé.

Eppure non c'era nulla che giustificasse la presenza di segreti occulti o di misteri ben nascosti. La casa sembrava normale, Dorcas pareva un vecchio colono innocuo, e non c'era nessun segno d'anormalità, finché...

Avvertì uno stridìo e uno strofinare. Il cucchiaio di Gideon cadde con rumore nella scodella di peltro quando egli si drizzò di scatto, ma la sua paura non era nulla, paragonata a quella del padrone di casa.

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