Goldfinger by Ian Fleming

Goldfinger by Ian Fleming

autore:Ian Fleming [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845987601
editore: © 2017 Adelphi
pubblicato: 2024-07-25T00:00:00+00:00


12

Una Rolls con la coda

Puntuale, alle nove dell’indomani mattina, Bond chiamò Controllo: «James. Ho dato un’occhiata alla proprietà. Da cima a fondo. Ieri sera ho cenato con il proprietario. Posso affermare con certezza che l’opinione del direttore era esatta. La proprietà ha senz’altro delle pecche. Non dispongo di dati sufficienti per una perizia. Domani il proprietario andrà all’estero. In aereo, da Ferryfield. Vorrei conoscere l’orario di partenza. Mi piacerebbe dare un’altra sbirciatina alla sua Silver Ghost. Pensavo di regalargli una radio portatile. Vado oggi. Può farmi prenotare da Miss Ponsonby? Per il momento, destinazione ignota. Mi terrò in contatto. Novità dalle vostre parti?».

«Come è andato il golf?».

«Ho vinto».

Un risolino in linea. «Ci avrei giurato. Piatto ricco, eh?».

«Come fai a saperlo?».

«Sentito Mr Scotland, ieri sera. Diceva di aver avuto una soffiata telefonica per cui uno con il tuo nome sarebbe stato in possesso di una grossa somma in dollari non dichiarati. Sei uno dei nostri, chiede, ed è tutto vero? Il tizio non era proprio un veterano e non sapeva della Universal. Gli ho detto di parlare con il Commissario, e stamattina ci sono arrivate le sue scuse, circa alla stessa ora in cui la tua segretaria ha trovato nella posta una busta con diecimila dollari! Furbo il tuo amico, eh?».

Bond sorrise. Tipico di Goldfinger, aver cercato un sistema per inguaiarlo coi dollari. Doveva aver telefonato a Scotland Yard subito dopo la partita, per dimostrare che se dai un buffetto a Goldfinger, minimo ti ritrovi una spina piantata nella mano. Ma la copertura della Universal pareva aver tenuto. «Bello scherzo, che mascalzone! Puoi dire al direttore che stavolta vanno alla Croce Bianca? E il resto sistemarlo tu?».

«Certo. Ti richiamo tra cinque minuti. Ma all’ estero stai attento a dove metti i piedi, e se ti annoi o hai bisogno di compagnia chiamaci. A presto».

«Ciao». Bond riagganciò, si alzò e si dedicò ai bagagli. Gli sembrava di vederli, nell’ufficio di Controllo, mentre ascoltavano la registrazione della telefonata con il capo che la traduceva a Miss Moneypenny. «Dice che secondo lui Goldfinger ha in cantiere qualcosa di grosso, ma non capisce cosa. Questa mattina G. parte da Ferryfield con la sua Rolls. 007 vuol seguirlo. (Diciamo due ore dopo, per dar tempo a G. di allontanarsi sull’altra sponda. Prenota lei?). Dovremmo anche parlare con la dogana, in modo che gli permettano di dare un’occhiata alla Rolls e piantarle nel baule uno Homer. (Pensi lei anche a questo, per favore). Starà in contatto tramite le stazioni, nel caso gli serva aiuto...».

E così via. Erano una macchina efficiente. Bond finì i bagagli e, quando arrivò la telefonata da Londra con una serie di via libera, scese, pagò il conto e uscì velocemente da Ramsgate verso la strada di Canterbury.

Secondo Londra, Goldfinger aveva prenotato un volo speciale in partenza a mezzogiorno. Alle undici Bond era a Ferryfield, dove si presentò al responsabile del Controllo Passaporti e agli agenti doganali che lo stavano aspettando, fece nascondere la sua macchina in un hangar vuoto e parlò del più e del meno con quelli dei passaporti.



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