Graffiti by Sconosciuto

Graffiti by Sconosciuto

autore:Sconosciuto [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo +
pubblicato: 2019-08-27T22:00:00+00:00


L’utilitaria di Claudia Crivelli si accostò lentamente al marciapiede davanti alla casa di Claudio Marino. Rimasero un attimo con lo sguardo fisso in avanti, muti, con il ticchettio della freccia come unico sottofondo, come se l’arresto del mezzo fosse una cosa fragile, temporanea, da verificare con l’attesa e sorvegliare con prudenza.

Fuori dai finestrini, la città era un brusio senza partecipazione.

La professoressa Crivelli girò lo sguardo verso il suo passeggero.

“Ti senti bene?”

Claudio ci mise un istante di troppo per rispondere.

“Sì, un poco meglio.”

Il tono della sua voce tradiva la bugia. E il colore del suo viso la confermava.

“Te la senti di stare solo? Vuoi che salga a prepararti qualcosa?”

Claudio rimase un attimo a guardarla senza parlare, ma soprattutto senza vederla. La nausea era un pallone che qualcuno gli aveva infilato e gonfiato a forza nello stomaco. Il rancore uno zaino greve trascinato addosso per tutta la mattina. Era in qualche modo riuscito a contrabbandare il proprio malessere attraverso la squallida frontiera dei fatti successi quel giorno a scuola.

Ora sembrava essere giunto il momento di pagare il conto.

La violenza della quale era stato testimone era nonostante tutto venuta allo scoperto. La ragazza che aveva sorpreso minacciata e violata nel locale delle caldaie era un’allieva di Claudia. Immediatamente dopo il fatto, era rientrata in classe e lei l’aveva ripresa per l’assenza prolungata. Non aveva avuto in cambio il minimo tentativo di una obiezione o una giustificazione, quale che fosse. Senza dire una parola, la ragazza era andata con la testa bassa a sedersi nel suo banco. L’insegnante aveva capito dalla sua espressione e dal suo comportamento che qualcosa non andava. Questa impressione era stata confermata poco dopo, quando la ragazza aveva chinato il capo sul banco, aveva nascosto il viso fra le braccia e aveva iniziato a piangere. La professoressa aveva realizzato che il suo semplice rimprovero non poteva essere una causa sufficiente a provocare un effetto del genere. Si era alzata dalla cattedra, si era avvicinata al banco dove l’allieva stava seduta e le aveva appoggiato una mano sulla spalla. Nonostante tutti i suoi tentativi non c’era stato verso di calmarla o di tirarle fuori una spiegazione. La professoressa Crivelli l’aveva accompagnata fuori dall’aula e, cercando di metterla a suo agio, aveva dapprima atteso con pazienza che quella crisi di pianto cessasse. Dopo, a spizzichi e bocconi, era riuscita a cavarle di bocca ma soprattutto dal cuore quello che la ragazza non avrebbe mai più dimenticato. Inframmezzando le parole con gli ultimi singhiozzi le aveva detto che due ragazzi l’avevano sorpresa da dietro, le avevano messo qualcosa in testa e che l’avevano trascinata nel locale attiguo alla palestra. Aveva raccontato di essere stata minacciata con un coltello e violentata ma di non essere in grado di descrivere i suoi assalitori.

Claudia Crivelli aveva accompagnato la ragazza dal preside e insieme avevano cercato di ricostruire al meglio la vicenda. Avevano avvertito la Polizia e i genitori. Di comune accordo, per il momento, avevano deciso di non divulgare la notizia. C’era sempre in avvenimenti come



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