Grazia e destino by Jennifer L. Armentrout

Grazia e destino by Jennifer L. Armentrout

autore:Jennifer L. Armentrout [Armentrout, Jennifer L.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830533073
editore: HarperCollins
pubblicato: 2021-11-14T23:00:00+00:00


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22

Un po’ di tempo dopo, ce ne stavamo sdraiati l’uno di fronte all’altra. Io ero coperta da un lenzuolo che tenevo sotto le braccia, mentre lui era… be’, nudo in tutta la sua gloria, e completamente a suo agio. Probabilmente perché l’abat-jour che aveva acceso lasciava in ombra tutte le sue parti più interessanti. Teneva la mano avvolta attorno alla mia – quella che mi ero tagliata per l’incantesimo. Mi sentivo la stanchezza fin nelle ossa e non avevo idea di che ora fosse, ma lui aveva ancora le ali visibili, una sul fianco e l’altra sotto di lui, e io volevo… volevo disperatamente toccarne una. Ma decisi di comportarmi da adulta e di seguire la regola del non toccare senza prima chiedere. A volte le ali dei Guardiani erano sensibili e non era il caso di toccarle senza avvisare. Immaginai che fosse lo stesso per queste nuove ali, dato che Zayne aveva reagito con così tanta forza quando avevo provato a toccarle in precedenza.

Oddio, Zayne era davvero un angelo. Be’, un Angelo Caduto, per la precisione. Era strano che ogni tanto quella consapevolezza mi colpisse dritta in faccia.

«Le ali» dissi, soffocando uno sbadiglio. «È stato diverso.»

«Non sapevo che sarebbe successo.» Fece per reinserirle nella schiena.

«No. Non metterle via. Non mi danno fastidio. È stato solo nuovo.»

Mi girò la mano e posò un bacio sul taglio in via di guarigione. Il bagliore dietro le pupille era di nuovo attutito. «Ed è diverso.»

«Sì, ma mi piacciono.» Mi feci più vicina. «Sono bellissime, Zayne.»

«Grazie.» Mi baciò la punta di un dito. «Fammi indovinare, me le invidi?»

Sorrisi. «Forse.»

La sua risatina profonda mi fece allargare il sorriso. «Devo ancora abituarmici» disse lui.

«È diverso dall’essere un Guardiano?»

«Sì. È tutto diverso, in realtà.» Posò un altro bacio sul dito successivo. «Essere in forma umana o di Guardiano era naturale, a meno che non fossi ferito e dovessi entrare in uno stato di guarigione profonda» spiegò, riferendosi a quando i Guardiani si trasformavano in pietra per dormire. Non gliel’avevo mai visto fare. «Tenere le ali nascoste non mi sembra naturale. Mi fa venire il prurito alla schiena. Non so descriverlo meglio di così.»

«Allora non tenerle nascoste quando non devi per forza, soprattutto se sei con me.» Le osservai, con le dita che mi fremevano. «Sono fantastiche. Mi piacerebbe un sacco avere le ali e poter volare.»

«Ti porto a volare quando vuoi.» Mi baciò l’anulare. «Vuoi toccarle, vero?»

Gli feci un sorriso imbarazzato, arricciando le dita dei piedi. «Sì. Con tutta me stessa.»

«Allora perché non l’hai fatto?»

«Mi sto sforzando di non toccarle senza permesso e la cosa mi uccide.» Mi avvicinai di qualche altro centimetro. «Sembrano così soffici e morbidose.»

Lui ridacchiò, abbassandomi la mano e chinando la testa verso la mia. Il bacio mi diede una scarica di calore. «Dato che ti sei impegnata così tanto, credo che meriti un premio.»

Pensai subito a cose indicibili e sguazzai felice in quell’idea, ma poi mi accorsi di un suo movimento. Sollevò l’ala e la posò sopra di noi, contro il mio fianco.



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