Guerra ed estate by Luca Ronconi

Guerra ed estate by Luca Ronconi

autore:Luca Ronconi [Ronconi,Luca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2024-03-05T00:00:00+00:00


SECONDO ATTO

PRIMO QUADRO

A Venezia, in casa di Bona.

Un salottino stretto e gremito, tappezzato di rosa sbiadito e cupo, col soffitto stuccato e dipinto. Due porte, una in fondo e una a destra, si aprono su altri saloncini simili a questo.

Un divano, un paravento dipinto e annerito, uno specchio cupo e opaco.

Sono le nove di sera, è inverno. Nelle stanze c’è molta animazione.

Bona, Luisa, Casazza, Scialoja, Bonghi, signori e signore che gironzolano per la stanza. In fondo, sulla porta che dà nel salone, Pietro in mezzo a un gruppo di persone. Agostino in poltrona.

BONA (Sta preparando da bere per i suoi ospiti.) Il mondo va a sinistra, lento, lento, ma a sinistra. (Porge il bicchiere a Casazza.) Casazza. – A sinistra, cari miei! Fortuna, che a vederlo tinto di rosso, né voi né io avremo carica abbastanza da arrivarci. O sfortuna? La vita è così breve. (Porge il bicchiere a Bonghi.) Bonghi. Disastroso, pauroso, ma i nostri nipoti, dico nostri per modo di dire, io figli non ho, non avrò nipoti, con queste quattr’ossa sarò morta tutta, come si saluteranno i nostri nipoti? Col pugno chiuso? Col pugno chiuso!

LUISA (Languidamente.) Dice davvero? Speriamo di no!

BONA Inevitabile, cara. Le cose io le sento venire, le sento, le sento, le sento: e mi pare come se la terra sotto i piedi ci diventi scivolosa, malsicura… qualcosa si disfa, si disfa, si disfa: e quei signori dalla stella rossa sono in agguato, pronti a papparsi tutto in un boccone. A me personalmente poco potrebbero togliere, poverella che sono… Ma metterebbero al muro tutti i miei amici: oh, Bonghi, Scialoja, Casazza…

SCIALOJA Noi al muro? O bella. E perché?

BONA (Si copre vezzosamente il viso con le mani, lancia gridolini di raccapriccio.) Tu, tu, tu: una volta l’avete scampolata, ma a che pro? A che pro? Oh! Che pena! (Ride, riprende il discorso vivacemente.) Del resto, tanto per parlare, vero… chi altro ha sete? Dicevo giacché oggi, è un dato di fatto, chi propone e dispone oggi nel mondo sono quella gente di là dell’Atlantico, e io li conosco, altroché. (A Luisa.) Il mio marito numero uno, Dick, un americano: ah! Che fallimento! E sono una razza indegna, senza cultura, senza gusto, centosessantamilioni di rape. (Sussulta, si guarda attorno.) Oh Dio! Non sono qui miss Franklin, mrs Hoctor?

AGOSTINO (Che si è unito al gruppo, curvandosi elegantemente a parlare con Bona, indica le due americane.) Eccole là: stanno in un mondo più rosa. Hanno spogliato il bar.

BONA (Dopo un sospiro di sollievo.) Dicevo? Ah, rape: rape, sissignori, belle rape, attraenti rape, ma sempre e solo rape, bene, giacché è loro oggidì il mondo, ed è un’ingiustizia – ma che cosa di tutto quello che succede non è ingiustizia? O arbitrio? –, giacché è loro, lo dico?, quasi quasi avrei gusto che quei misteriosi sovietici venissero a soffiarglielo di sotto il naso. Purché, s’intende, tutto questo accadesse dopo la mia dipartita, e che la mia dipartita sia il più lontano possibile. (Sta entrando De Cavra. Bona si alza dicendo le ultime parole, va ad incontrarlo.



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