Ho visto nina volare by Ernesto Capasso;

Ho visto nina volare by Ernesto Capasso;

autore:Ernesto Capasso; [Capasso, Ernesto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica, Musica
ISBN: 9788862317818
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2015-01-20T23:00:00+00:00


SECONDA PARTE

L’INFANZIA NELLA

CANZONE ITALIANA

11. Storie, sogni e speranze di piccoli angeli

L’infanzia è una stagione fatata.

La sola di tutta una vita che non finisce mai

e t’accompagna fino all’ultimo respiro

EUGENIO SCALFARI, L’uomo che non credeva in Dio

Non insegnate ai bambini, lasciate perdere la vostra morale, trasmettete soltanto la magia della vita. Giorgio Gaber intona una ninna nanna capace di scuotere con dolcezza le coscienze. I nodi del presente vanno sciolti dando fiducia all’amore, il resto è niente. I sacerdoti e i ben pensanti cacciano Maria dal tempio, dandola in sposa: “A dita troppo secche per chiudersi su una rosa”. I Vangeli apocrifi raccontano L’infanzia di Maria come una favola dove l’ombra dell’autorità si avventa sull’innocenza della fanciullezza. Il viaggio continua attraverso note di tenerezza. L’universo infantile è una dimensione dell’anima capace di sorprendere: “Chi sa dove andavano le anitre quando il laghetto era tutto gelato e col ghiaccio sopra. Chi sa se qualcuno andava a prenderle con un camion per portarle allo zoo o vattelapesca dove. O se volavano via”, si chiede Il giovane Holden di Salinger. Forse sono volate altrove, ma nessuno se ne è preoccupato. La musica prova a comprendere cosa ci sia in quel lago d’inverno. Paola Turci canta l’infanzia violata e tradita. Grazia Di Michele racconta l’incontro con Rudji, la bambina africana che sogna di raggiungere il fratello a Milano. In fuga dagli squadroni della morte Michele, nelle favelas brasiliane, con la voce di Ron, canta il desiderio di vivere. Alì, ferito da una pallottola vagante insegue il sogno della pace universale attraverso lo sguardo di Fiorella Mannoia.

L’infanzia in canzone è il racconto a volte lieto, altre doloroso, di una mancanza, dell’incapacità del mondo adulto di cogliere lo splendore sul volto dei più piccoli. Come una scia luminosa quegli occhi ci guardano in cerca di ciliegi da guarire, di mani da stringere, di speranze da inseguire. Forse la musica ha questo immenso potere, aiutarci a cogliere un’antica speranza, come canta Giorgio Gaber: “Non esaltate il talento / che è sempre più spento / non li avviate al bel canto, al teatro / alla danza / ma se proprio volete / raccontategli il sogno di / un’antica speranza”. Un’utopia possibile, oltre le violenze e le ferite. Perché la vita è più forte di qualsiasi inverno e come una brezza leggera apre serrature interiori e spalanca porte.



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