Hofmannsthal e il suo tempo by Hermann Broch;

Hofmannsthal e il suo tempo by Hermann Broch;

autore:Hermann Broch; [Broch, Hermann]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845983733
editore: edigita
pubblicato: 2022-02-17T00:00:00+00:00


5. La vita è un simbolo – la scelta dello stile

L’Austria era per Hofmannsthal un’entità dotata di suprema realtà, anzi addirittura di una realtà morale, ma non nel senso dell’Idea hegeliana dello Stato, bensì in un senso se possibile ancora più mistico: il fondamento di questa realtà risiedeva nella simbolizzazione che si compiva attraverso l’imperatore. In quanto realtà e, nel contempo, simbolo di essa, l’Austria sembrava nata per possedere una simile forza simbolica; per così dire, poesia popolare chiamata alla realtà, affinché dalla propria sostanza, senza che nessuno potesse attribuirne la paternità a un bardo, essa suscitasse sempre nuova realtà; un’Austria poema di se stessa, generata a questo scopo – creazione senza pari – dalla provvidenza e dalla storia. La realtà è per Hofmannsthal un simbolo che ha acquistato vita.

Il simbolo però nasce dal confluire di vita e sogno, e nel simbolo si accende l’intera sapienza poetica sulla realtà del mondo, si accende sempre e di nuovo il problema della realtà, la continua seduzione della poesia: se l’essere umano non possedesse il sogno con la sua apertura verso la realtà, resterebbe «privo di parola», come un animale davanti ai fenomeni del mondo reale, ma poiché possiede il sogno e, con esso, il dominio simbolico del linguaggio, quest’ultimo diventa una seconda realtà; nel linguaggio la realtà esterna viene conservata (e conservata sul piano «formale») per la dimensione atemporale, e tuttavia la realtà linguistica è di nuovo assorbita dal sogno (questa volta da un sogno aperto alla parola, da un sogno poetico), è di nuovo innalzata alla dimensione simbolica per poter essere ancora una volta conservata (e in questo caso sul piano del «contenuto») a un livello immediatamente più alto: ecco perché una parola tratta davvero dal linguaggio – «Eppure molto dice colui che dice sera» – acquista un valore imperituro in campo poetico. Che l’atemporalità trovi il suo momento iniziale nel sogno, perché è qui che passato e futuro vengono a coincidere nel presente del sogno, lo si dimentica sin troppo volentieri di fronte al vantaggio pratico inerente alla conservazione «formale» del simbolo operata dal linguaggio; è solo sul piano della poesia, dove la realtà esterna e quella linguistica interagiscono con un’indifferenza simbolica di pari valore, che riaffiora l’origine magica della sospensione temporale, e precisamente là dove il concorrere dei due gruppi di simboli conduce a un punto di interferenza di tipo «contenutistico» ed entra in gioco un raddoppiamento della forza simbolica. Il profeta racchiude in sé la potenza della realtà e la potenza del linguaggio, perché il suo sogno, il suo sogno possente è catturato sia dalla realtà, sia dal linguaggio; e pur con tutta la distanza che intercorre tra lui e il poeta, anche quest’ultimo è colto da analogo rapimento che – ventura e sventura insieme – gli consente una visione profetica sia verso il passato, sia verso il futuro. Ma il momento profetico tende sempre a quello morale, dimostrando così come anche quest’ultimo sia una realtà che aspira alla simbolizzazione atemporale; anzi, se mai una realtà originaria è



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