I demoni del ghiaccio by Stefano Federici

I demoni del ghiaccio by Stefano Federici

autore:Stefano Federici [Federici, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
editore: Rizzoli


La folla sconvolta spinse con più forza sulle vie d’uscita, così che in molti caddero e furono calpestati e stritolati; altri, sospinti fuori dalle fila dei fuggitivi e rigettati verso il centro della piazza, si trovarono a fare i conti con la voracità della bestia.

La donna era impegnata a mantenersi in piedi per non farsi schiacciare. Intanto cercava un passaggio nel quale infilarsi, lo stesso che tutti avrebbero voluto scoprire e che, invece, nessuno trovava. Quando aveva visto la folla accalcarsi premendo disordinatamente anche sul vicolo più angusto pur di allontanarsi dall’orrore che aveva occupato la piazza, non gli aveva raccomandato altro.

«Tieniti qui» gli aveva strillato, e il bambino si era stretto alla sua sottana. «Non lasciarla mai! Capito?» Ma la ciambella di zucchero cotto era caduta e lui, come avrebbe fatto in qualsiasi altra situazione, aveva cercato di raccoglierla. Così anche le dita dell’altra mano si erano aperte sul pezzo di stoffa che lo teneva unito alla madre. Il tempo di girare gli occhi e la sottana era già scomparsa, risucchiata nella calca.

Nella piazza, intanto, le cose stavano prendendo una piega sempre più drammatica e un ultimo, imponente movimento di folla ricacciò il piccolo ancor più lontano. Ruzzolò, preso a calci e spintoni, ma si fermò incolume in uno spiazzo dove la micidiale ressa era diventata soltanto un urlo di mille voci alle sue spalle. Per un lungo istante non capì che cosa stesse guardando perché non aveva mai visto una bestia come quella, ma quando l’enorme testa da pesce si volse dalla sua parte il bambino cominciò a urlare chiamando la madre. Solo allora la donna si accorse che il figlio non era più aggrappato alla sua sottana. Si divincolò a fatica e cercò di risalire la calca. Quando lo vide davanti al mostro urlò il suo nome. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Shoog, allora, si mosse. Rapido e sicuro di sé.

Fu in quel momento che l’uomo forzuto del Circo Bizàr si scagliò contro la creatura, armato di un’incudine legata a una catena. Il primo lancio centrò le escrescenze carnose ai lati della testa. Il mostro accusò il colpo. Ne approfittò uno spirito invisibile, la cui collana di piccoli crani di scimmia tintinnava nel vuoto. Raccolse il bambino e lo consegnò alle acrobate appese l’una all’altra, e l’ultima alla fune tesa sulla piazza. Le tre silfidi danzarono sul filo e scomparvero fra i tetti sorreggendo il piccolo spaventato.



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