I longobardi by Claudio Azzara

I longobardi by Claudio Azzara

autore:Claudio, Azzara [Azzara, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815326249
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


L’Italia longobarda e bizantina nel 744.

Capitolo sesto

L’VIII secolo: apogeo e rovina

L’VIII secolo fu decisivo nel perfezionare i diversi processi di trasformazione della società longobarda e di consolidamento delle istituzioni del regno che erano in atto da tempo, giungendo alla definizione di assetti inediti e originali. Contemporaneamente, un repentino mutamento del quadro politico generale, in termini in buona misura imprevedibili, ebbe quale esito una brusca svolta, l’alleanza in funzione antilongobarda tra il papato e il regno dei franchi, che portò infine, nel 774, alla conquista del regnum Langobardorum da parte del franco Carlo.

La crescente stratificazione su base economica della gens longobarda, che aveva portato a una più accentuata articolazione del corpo sociale, e il perfezionamento del processo di acculturazione in senso romano-cattolico scardinarono l’antica struttura di matrice tribale e diedero vita a un nuovo ceto di possessores, le cui origini etniche non erano più individuabili come longobarde, ma che della tradizione longobarda rivendicavano la piena ed esclusiva eredità, in contrapposizione a quanti venivano definiti ora come pauperes, ormai espulsi dal seno della stirpe. I possessores indicavano se stessi con una terminologia tradizionale, risalente all’antico ordinamento del gruppo etnico, vale a dire come arimanni-exercitales, ma in realtà costituivano a questa data un’entità del tutto nuova: una gens Langobardorum che si configurava quale ceto eminente sul piano economico-sociale, composto da soggetti che potevano essere allo stesso modo di origine longobarda o romana e che si denominavano Langobardi solo per distinguersi in quanto gruppo dominante.

In parallelo con questa ridefinizione dell’ordinamento sociale del regno, secondo criteri non più etnici, il re pretese di istituire a sua volta un nuovo rapporto tra la propria carica e gli arimanni-possessores che si legavano a lui attraverso un vincolo di fedeltà personale, da quest’epoca probabilmente istituzionalizzato tramite un giuramento. I liberi che invece si qualificavano come pauperes, o populus, restavano esclusi sia dal giuramento di fedeltà sia dalla partecipazione all’esercito, prerogative riservate ai soli arimanni. Il servizio militare, un tempo prestato da tutti i maschi liberi della tribù, si ridusse, quindi, ai soli individui di maggior prestigio economico, come testimoniano, tra l’altro, alcune note disposizioni di legge emanate dal re Astolfo, nel 750, che commisuravano l’ingresso nell’esercito alla disponibilità patrimoniale del singolo. È da notare che tra i possessores venivano annoverati pure individui qualificati come negotiantes, vale a dire mercanti, evidentemente di ragguardevoli capacità finanziarie, la cui ricchezza non si fondava su beni immobili o proprietà fondiarie ma su capitali liquidi. Tale cenno, unito a pochi altri analoghi, lascia intendere per l’VIII secolo lo svolgersi di un’attività di scambi più intensa e diffusa rispetto alle epoche precedenti, dando l’impressione di una vita economica più alacre e fertile, che resta però difficile misurare per la laconicità delle testimonianze scritte e materiali (almeno, in quest’ultimo caso, per quelle fino ad oggi disponibili). Ad ogni buon conto, anche se i commerci e la produzione artigianale furono senza dubbio più vivaci in questo periodo, non si deve per contrasto dedurne, come talora è stato fatto, che essi si fossero ridotti ai minimi termini, fino quasi a dissolversi, nell’età precedente.



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