I soldati che cambiarono la Grande Guerra by John Wilcox

I soldati che cambiarono la Grande Guerra by John Wilcox

autore:John Wilcox [Wilcox, John]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2014-11-10T23:00:00+00:00


11 Città assediata durante le guerra di Crimea (1853-1856). (n.d.t.)

Capitolo dieci

Hickman riprese conoscenza nel momento in cui lo calavano nella trincea. Riusciva a sentire Bertie che spiegava qualcosa, ma non aveva idea di cosa si trattasse, perché era stravolto dalla sofferenza, che raggiunse il culmine allorché lo sballottarono nel camminamento prima di adagiarlo su una barella. Era vagamente consapevole che gli stavano legando la gamba ferita a quella sana, dopodiché perse di nuovo conoscenza.

Rinvenne in mezzo al rumore di ciò che riconobbe come un posto di pronto soccorso. Parlava un medico, col tono di chi aveva dormito poco; si riteneva importunato e vicino a perdere la pazienza. «Per amor di Dio», diceva, «non portatemene altri così. Per loro non c’è speranza, è tempo sprecato, e anche un impiego di barelle per riportarli via. Lasciateli fuori a crepare. Portatemi quelli che posso curare…».

Santo cielo, pensava Jim, a quale gruppo appartengo?

Ottenne la risposta quando qualcuno gli slegò in fretta le fasce che tenevano unite le due gambe. «Oh, bene», il volto baffuto del medico gli fu sopra, sudato e smunto. «Sei cosciente. Cos’è stato?»

«Una mitragliatrice», gracchiò.

«Mmm, sempre meglio di una granata. Il polpaccio è a posto. Trapassato senza grossi danni. Temo che il piede sia un casino, invece. Non posso farci niente. Devi tornare nelle retrovie. Hai dolore?»

«Sì, un po’».

«Non importa, ti darò una strattonata. Tieni duro…».

Si risvegliò di nuovo, non sapeva quanto tempo fosse passato, ma udì subito qualcuno che cantava dolcemente: «A diciassette anni, lui s’innamora pazzamente dei suoi occhi…».

«Bertie».

«Ehi, ringrazia il Signore per il risveglio». Vide la faccia rubiconda chinata su di lui. «Come ti senti, vecchio amico?»

«Potrei stare peggio. Dove mi trovo, e che diavolo stai facendo qui?»

«Be’, non è un bel modo di rivolgersi a chi ti ha riportato indietro dalla terra di nessuno, questo è sicuro. Caro Jimmy, sei nelle retrovie, in un ospedale da campo. Quel che resta del battaglione, poca roba a dire il vero, ha ottenuto alcuni giorni di permesso lontano dalla prima linea, così sono riuscito a rintracciarti qui. Non posso restare ancora per molto, per cui sono contento che hai ripreso conoscenza».

«Molti ragazzi sono morti, allora?»

«Purtroppo, Jim». Gli occhi azzurri avevano perso la loro vivacità. «Quasi tutto il battaglione, porca puttana, compresi il colonnello, l’aiutante e pressoché l’intero corpo degli ufficiali. Erano tutti all’offensiva per la conquista di quel dannato villaggio. È stato un massacro, un immenso spargimento di sangue».

Hickman storse la bocca. «Flanagan è sopravvissuto?».

La faccia di Murphy riverberava la smorfia dell’amico. «Sì, pare che il demonio salvi i suoi seguaci. Però, a differenza di te, non ha riportato indietro nessuno del suo gruppo. E ha cercato di creare casini, senza riuscirci».

«Cosa vuoi dire?»

«Ti ha deferito all’unico ufficiale superstite del nostro battaglione, il capitano Willerby, della compagnia C. Gli ha detto che hai disertato la trincea con ciò che restava del plotone e che lo hai abbandonato, mettendolo in difficoltà».

Hickman si agitò: «Proprio quello che ho fatto. Cos’è successo poi?»

«Ho raccontato al capitano che, al buio, il tenente Hamilton ci aveva detto di uscire e che uno dei nostri uomini mi aveva spalleggiato.



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