I viaggi di Socrate by Millman Dan

I viaggi di Socrate by Millman Dan

autore:Millman, Dan [Millman, Dan]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


24

UN GIORNO DI VENTO del mese di marzo del 1893, Korolev ritornò dalla caccia con un cervo sulle spalle. Entrando nel campo vide uno dei nuovi arrivati, Stacev, un accanito bevitore, cadere a terra ubriaco.

Il modo in cui cadde gli fece ricordare l'uomo che l'ataman aveva sempre cercato, quell'Ivanov, che aveva lasciato privo di sensi, ma in vita, dopo avergli ucciso la moglie. Era stata una pazzia, ma ormai non aveva importanza. La banda si era spostata nelle calde pianure tra Kharkov e il fiume Dniepr. E, per Korolev, quell'Ivanov non era che uno sciocco di cui non valeva la pena ricordarsi.

Invece, il gigante monco continuava a ricordarlo, a causa del cambiamento che da quel momento era avvenuto in Stakkos. Non solo l'ataman aveva preso un nome nuovo, Dimitri Zakolev, ma il suo umore era decisamente migliorato. A parte un incidente accaduto qualche giorno dopo...

Dopo ogni scorreria, per precauzione, Zakolev mandava il loro esploratore, Tomorov, a cercare segni di eventuali inseguitori. Quel giorno, dopo aver sistemato Ivanov, Tomorov aveva riferito: “Solo una famiglia su un carro e un uomo a piedi che zoppicava”.

Vedendo l'espressione scura dell'ataman, l'esploratore si era affrettato ad aggiungere: “Non poteva essere lui, ataman. Aveva i capelli bianchi e l'aspetto di un vecchio”.

Ciò nonostante, Zakolev gli aveva ordinato di tornare indietro, trovare quell'uomo, ucciderlo e portargli una prova della sua morte. Tomorov era tornato a mani vuote e Zakolev aveva ordinato ai suoi uomini di togliere immediatamente il campo.

Un mese dopo si erano stabiliti molto più a sud-ovest, non lontano dai Carpazi rumeni. Dal loro campo pattugliavano il confine come dei veri cosacchi e ogni tanto riprendevano le loro scorrerie. Tutto era ritornato normale, compresi gli incubi di Zakolev.

Korolev conosceva le angosce notturne dell'ataman: si faceva un punto d'onore di sapere tutto. Quelli che volevano entrare nelle sue grazie, e quelli che avevano paura di lui, correvano entrambi a riferirgli qualunque notizia interessante. Naturalmente, non potevano riferirgli i contenuti della mente dell'ataman e Korolev era disposto a sacrificare i suoi lunghi capelli per sapere che cosa turbava i sonni del loro capo. Lo studiava come un cacciatore studia un animale. Ma Zakolev rimaneva un enigma e a Korolev non piacevano i misteri. O li risolveva, o li faceva a pezzi.

All'inizio sembrava che l'ataman non avesse punti deboli. Viveva come un antico spartano, le donne non lo interessavano e beveva molto raramente. Sembrava un modello di virtù, salvo per una cosa: il gusto di uccidere gli ebrei. Era la sua natura, era arrivato a pensare Korolev. Gli scorpioni pungono, l'ataman uccideva gli ebrei.

Poi Korolev aveva scoperto un'altra debolezza: lo strano amore dell'ataman per i piccoli. Amava davvero i neonati attaccati al seno, capaci solo di ridere e di strillare come diavoli. Poi, quando crescevano e la paura cominciava ad apparire nei loro occhi, l'ataman perdeva ogni interesse per loro, salvo che per farsi servire o per continuare la sua discendenza.

Tra i bambini nati nella banda o rapiti durante una scorreria ne amava soprattutto due: un maschietto di nome Konstantin e una femminuccia, Paulina.



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