Il bello di ogni cosa by Eleanor Ray

Il bello di ogni cosa by Eleanor Ray

autore:Eleanor Ray [Ray, Eleanor]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2023-03-10T20:52:50+00:00


Capitolo 8

«È la seconda volta che vieni a trovarmi in una settimana» disse l’ispettore capo Jack Hooper. «Dopo undici anni passati senza quasi una parola da parte tua». Era seduto alla scrivania e teneva la mano sul mouse del computer, con gli occhi che si muovevano veloci sullo schermo, come se potesse trovarci dentro tutte le risposte.

«Mi dispiace disturbarti di nuovo» disse Amy, con la netta sensazione che lui avrebbe preferito che se ne andasse. Stavolta non le aveva nemmeno offerto l’acqua.

«Sono molto occupato» le disse lui, digitando sulla tastiera.

«Credo di aver trovato qualcos’altro. Una lettera. Di Chantel». Finalmente Jack distolse gli occhi dallo schermo e a Amy sembrò che avesse sussultato. «Ma se sei occupato, magari la porto a qualcun altro».

«No, no, non ti preoccupare. Ho appena inviato la mail». Girò la sedia dalla sua parte e si spostò dal computer, dando a Amy la sua completa attenzione. «Cosa…» Ebbe un momento di esitazione, cosa molto anomala, per lui. «Che cosa c’è scritto?»

Amy tirò fuori la lettera e gliela porse. «Puoi vederlo tu stesso».

Lui afferrò la lettera e la studiò con attenzione. «Non è messa benissimo» disse alla fine.

«È rimasta in un vaso per molto tempo. Deve esserci caduta dentro quando lo tenevo vicino alla porta d’ingresso, sotto la buca delle lettere, e non me ne sono accorta neanche quando ho spostato il vaso in giardino».

«È stata mangiucchiata un po’ dappertutto. Non riesco proprio a capire che cosa volesse dirti Chantel. Tu ci capisci qualcosa?»

«Riesco a decifrare qualche parola qua e là. Penso che sia una confessione».

«Una confessione?» ripeté Jack.

«Sì. Che lei e Tim sono scappati insieme. Guarda qui. Geloso. Amore. Scappata».

«È vero». Guardò di nuovo la lettera. «Sì, dev’essere proprio così» concordò. «Come ti ho sempre detto io, d’altronde». Le sorrise. «Forse questa lettera mette il punto fermo di cui avevi bisogno».

«Ma c’è dell’altro» disse Amy, passandogli la fotografia. Lui la prese e rimase a guardarla a lungo.

«Sai di cosa si tratta?» le chiese infine.

«Non ne ho idea» rispose Amy. «Pensavo che magari a te potesse dire qualcosa».

«No. Mi dispiace». Guardò ancora la fotografia. «Non c’è niente che faccia intuire dove sia stata scattata. Potrebbe essere ovunque, è impossibile capire dove».

«Voglio fare le mie indagini» gli disse Amy. «Voglio chiedere alle persone che conoscevamo un tempo. Magari qualcuno riconosce il posto. Se riesco a capire dove è stata scattata la foto, magari riesco anche a capire cosa sia successo. Sono sicura che c’entra qualcosa».

«Se vuoi lo faccio io» disse Jack, tenendo la fotografia tra le dita. «Dopotutto è il mio lavoro».

«Preferisco provarci io» replicò Amy, togliendogli la foto dalle mani. «Se non ti dispiace».

«Come vuoi» le rispose lui. Poi fece una pausa. «Però devo metterti in guardia» continuò. Amy lo guardò, sorpresa, mentre lui si chinava in avanti. «Non volevo dirtelo, ma Tim è venuto da me, prima di andarsene». Fece un lungo sospiro. «Aveva problemi di soldi. Sai com’era fatto».

«Ed è venuto a raccontarlo a te?»

«Sì. Aveva bisogno del mio aiuto».

«Ti ha chiesto di prestargli dei soldi?»

«No» rispose Jack.



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