Il buio straordinario by Angelo Molica Franco

Il buio straordinario by Angelo Molica Franco

autore:Angelo Molica Franco [Franco, Angelo Molica]
La lingua: ita
Format: epub
editore: People
pubblicato: 2023-12-13T23:00:00+00:00


Immaginare

1967, Paradiso di José Lezama Lima

Firenze, giugno 1828. È una calda sera d’estate e in piazza Santa Trinità, seduti al tavolo discosto di un caffè, due giovani parlano fitto fitto. La danza agile dei loro occhi e delle loro mani, mentre discutono di poesia e politica, tradisce una confidenza sconfinata. Uno, il moro, è vigoroso e riccio. Quando parla l’amico, lo ascolta con gli occhi aperti, beati, gli poggia le mani sulle ginocchia e se ne sta in silenzio. L’altro è più adulto ma ha l’aspetto di un bambino senza età, i capelli ricci e castani, la pelle diafana. Sgrana le parole piano piano, per prendere la mira e fare centro dalla sua bocca nella bocca dell’altro, e con le dita disegna nell’aria figure astratte che iniziano sempre dal taccuino poggiato sul tavolo e culminano sempre sulle mani dell’amico su cui si attarda. Si sono conosciuti qualche sera prima, ma sono già inseparabili. Si chiamano Giacomo e Antonio, nobile maceratese di trent’anni il primo, e studente napoletano appena ventenne il secondo. Giacomo è un «giovane favoloso», coltissimo e sensibile, ha vissuto l’infanzia dentro le pareti del castello del severissimo padre, che di lui e dei fratelli maggiori – Paolina e Carlo – voleva fare tre sapienti. E vi riuscì: Giacomo è poeta, e ben presto si rivelerà tra i più grandi del secolo (e non solo). Ha già pubblicato, facendo assai sensazione, in volume o su rivista, le Operette morali e la raccolta Piccoli idilli, tra cui le famose poesie L’infinito, Alla luna, La sera del dì di festa. Nella città dei gigli, ci era arrivato già da qualche mese su invito di Gian Pietro Vieusseux (1779-1863), intellettuale di famiglia ginevrina che aveva fondato nel 1819 il famoso Gabinetto a Palazzo Buondelmonti, di fronte alla colonna con la statua della Giustizia, e nel 1821 l’Antologia Vieusseux, rivista che divenne l’assai autorevole portavoce del liberalismo moderato e progressista borghese, e su cui Giacomo stesso aveva già pubblicato. Già stimatissimo, il giovane è il centro di una simpatica cricca culturale (formata, tra gli altri, dallo storico Pietro Colletta e il marchese Gino Capponi). Del poeta, dunque, in città si fa un gran parlare, e Antonio sa bene chi è quando si avvicina a lui per conoscerlo. Giacomo rimane colpito immediatamente da quel ragazzo bello e spavaldo, che si presenta di origini nobili e di idee liberali. Antonio inizia ad andarlo a trovare nel suo appartamento, ad ascoltare le bozze delle sue poesie, come pure le sue paure ed esitazioni per le cose della vita, e prende anche a occuparsi delle questioni pratiche in cui Giacomo fa confusione. La sera vanno a cena sempre insieme. Quello che inizia quell’estate del 1828 sarà un legame lungo una vita, cioè i dieci anni di vita che resteranno a Giacomo, dietro cui il lettore avrà riconosciuto Leopardi, così come Ranieri nel giovane partenopeo.

È stato un amore? E quindi Leopardi era gay? Come hanno ben spiegato negli anni lo storico Giovanni Dall’Orto e il poeta Franco Buffoni,



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