Il corpo consapevole by Ellen J. Langer

Il corpo consapevole by Ellen J. Langer

autore:Ellen J. Langer [Langer, Ellen J.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2024-05-30T22:00:00+00:00


COGNIZIONE INCARNATA

Se mente e corpo sono una cosa sola, possiamo ambire a qualcosa di più che semplicemente cambiare il corpo modificando la mente: possiamo modificare la mente attraverso il cambiamento del corpo. E se le conseguenze psicologiche di importanti mutamenti fisici – come una malattia o l’incremento di esercizio o movimento – sono evidenti a tutti, effetti di questo genere possono verificarsi anche su una scala molto più piccola.

Un esempio di unità mente-corpo ci arriva dalle ricerche di embodied cognition (letteralmente «cognizione incarnata»), condotte da John Bargh nel laboratorio di psicologia di Yale.19 Bargh e Lawrence Williams hanno condotto uno studio semplice ma elegante: ai partecipanti alla ricerca è stato chiesto di tenere in mano una tazza di caffè caldo o un bicchiere di caffè freddo. Quindi è stato distribuito a ciascuno un questionario con domande che riguardavano le proprie sensazioni a proposito di una persona descritta nel modulo. I partecipanti che avevano tenuto in mano il caffè caldo hanno espresso un giudizio più positivo – la persona in questione è risultata più estroversa e «calorosa» – di quelli che avevano tenuto in mano il caffè freddo. In seguito, altre ricerche non sono state in grado di replicare i risultati (certi effetti, per quanto reali, possono verificarsi solo in determinati contesti), ma gli psicologi Hans Ijzerman e Gün Semin hanno successivamente scoperto che tenere in mano una bevanda calda ci porta a sentirci più vicini a coloro a cui ci viene chiesto di pensare, rispetto a quando teniamo in mano una bevanda fredda.20

Le persone tendono anche a essere più felici e soddisfatte della propria vita quando fa caldo. La psicologa Naomi Eisenberger ha dimostrato che quando la nostra temperatura corporea è alta, ci sentiamo più legati e connessi alle persone rispetto a quando è bassa.21 Forse ancora più interessante è il suo lavoro sul rifiuto sociale: i partecipanti a un gioco virtuale di lancio della palla a cui non veniva mai lanciata la palla si sentivano socialmente rifiutati.22 Utilizzando i dati rilevati da una risonanza magnetica funzionale, ha osservato che la risposta del cervello al rifiuto, attivata nella corteccia cingolata anteriore, è identica a quella del dolore fisico. Se, come sostiene Eisenberger, il dolore fisico e quello psicologico attivano la stessa parte del cervello, significa che il dolore fisico potrebbe essere alleviato con strumenti psicologici.

Uno degli studi che preferisco riguardo a questo argomento è stato condotto dagli psicologi Fritz Strack e Sabine Stepper dell’Università di Würzburg, in Germania, e da Leonard Martin dell’Università della Carolina del Nord.23 Ai partecipanti – a cui non era stato rivelato lo scopo dell’esperimento – venne chiesto di trattenere una matita con le labbra oppure tra i denti. Stringere le labbra coinvolge gli stessi muscoli di quando teniamo il broncio perché siamo arrabbiati, mentre reggere qualcosa tra i denti ci obbliga a forzare un sorriso. Quindi ai partecipanti fu chiesto di assegnare un punteggio a dei cartoni animati in base a quanto fossero divertenti. Coloro che erano stati costretti a simulare il broncio, li trovarono meno divertenti di coloro che, pur involontariamente, avevano sorriso.



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