Il diario di un viandante by Antonio Beltramelli

Il diario di un viandante by Antonio Beltramelli

autore:Antonio Beltramelli [Beltramelli, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Paperleaves


Ho percorso i quartieri più remoti, ho atteso i contadini alle porte della città, ho interrogato tutti gli aspetti, ho visitato a parte a parte i quartieri mussulmani per trovare una benchè minima traccia di agitazione, di apprensività; ma invano. La Canea è tanto tranquilla quanto può esserlo una nostra città di provincia sotto la violenza della canicola.

Ciò non toglie che dall’oggi al domani, così in un battibaleno, non possa divampare un incendio. Tutti sono armati fino ai denti; al classico pugnale dall’impugnatura d’argento si è aggiunto il fucile, un ottimo fucile a otto colpi che fino a qualche giorno fa si vendeva a sei franchi; sono armati i cristiani come sono armati i mussulmani; ogni casa è convertita in fortezza; si vocifera anche di depositi di dinamite. E una pace armata.

La gente ride, siede ai caffè, ozia, canta, sbadiglia, legge i giornali, ma da un attimo all’altro può balzare in piedi pronta al combattimento. Nè la cosa la sorprenderebbe, nè credo fosse per dispiacerle.

Per dimostrare lo stato d’animo che si nasconde sotto tale calma apparente narrerò un fatto occorso in questi giorni alla Canea.

Un giovinotto cretese si era fidanzato con una bella figliuola dagli ampi fianchi ma, a quel che pare, non bastandogli l’amore della fidanzata, aveva cercato l’amore della madre di lei. Accadde così che il marito, venuto a cognizione di tale illecito intreccio pensasse di risolverlo con decisa energia. Armatosi di tutto punto attese il momento propizio, giunto il quale, irruppe in casa e diresse sui colpevoli un ben nutrito fuoco di fucileria. E fu dal punto risolutivo della tragedia domestica che la cosa minacciò di assumere un aspetto ben differente e ben più serio.

Non appena dalle strade e dalle piazze furono uditi i primi colpi, nacque un vero tumulto.

Fulmineamente si sparse la voce che i contadini erano discesi ad assaltare la città, che già ne avevano invasa la parte alta dando fuoco alle case e saccheggiando. Si temette una strage. I mussulmani corsero alle armi. Si vide in breve tutta La Canea invasa da, gente farneticante la quale correva in varie direzioni impugnando minacciosamente il fucile. Anche i giovinetti erano armati. Bastava l’imprudenza o la soverchia eccitazione di qualcuno a far nascere un massacro. Ciò non avvenne perchè si riseppe la causa prima che aveva originato il panico improvviso e, poco alla volta, la fittizia calma ritornò.



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