Il dissenso al fascismo by Mario Avagliano;Marco Palmieri;

Il dissenso al fascismo by Mario Avagliano;Marco Palmieri;

autore:Mario, Avagliano;Marco, Palmieri; [Avagliano, Mario Palmieri, Marco ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815374035
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-07-15T00:00:00+00:00


5. La disillusione e le speranze tradite

Il consenso massiccio generato dalla guerra d’Etiopia, però, a ben guardare contiene al suo interno anche i primi segnali della sua involuzione. Dopo aver alimentato una mobilitazione generale e permanente basata su speranze e aspettative forti, per mantenere questa tensione emotiva il regime ha bisogno di riscontri concreti che però le terre conquistate in Africa non possono dare. Una parte di queste attese, peraltro, ha a che fare con quelli che di fatto sono motivi di insoddisfazione e insofferenza verso il regime stesso: i più giovani e i ceti medi si aspettano una maggiore liberalizzazione e una minore pressione del controllo tentacolare di polizia, mentre i ceti meno agiati e la classe operaia auspicano di avere più possibilità di esprimere le proprie istanze sociali.

Ma le cose stanno andando in tutt’altra direzione: la gran parte del vasto territorio etiopico lontano dalle principali vie di comunicazione non sarà mai realmente conquistato e sottratto alle azioni della resistenza, l’eldorado di terre ricche e fertili promesso dalla propaganda si rivela povero, arido e dalle condizioni climatiche difficili, il bilancio nazionale accusa un severo contraccolpo per l’enormità delle risorse spese per conquistare l’Etiopia, la stessa forza militare si ritrova sbilanciata e sguarnita avendo dato fondo a molte riserve per la guerra oltremare, alla vigilia di un periodo che vede gli assetti europei e internazionali volgere rapidamente verso un nuovo conflitto mondiale.

I primi testimoni di questa realtà scomoda sono proprio i militari che erano partiti tra canti, bandiere e cerimonie, carichi di entusiasmo, non di rado mossi dalla prospettiva di stabilirsi nelle terre che avrebbero conquistato, ma che invece ritornano in sordina, alla spicciolata, disillusi e sconfortati. «Badoglio – scrive laconicamente uno di loro, Orlandi Contucci – è entrato ad Addis Abeba. Siamo finalmente arrivati. Inizio, come dice la canzonetta, a intravedere il cielo dell’Italia»[89]. «Non vedo l’ora – si legge invece in una lettera a casa del trentino Silvio Tomasi del 10 luglio 1936 – che finiscano questi mesi che mi rimangono, per poi venire in Italia e riposare», posto che «sono sempre stato sotto dal principio – scrive in un’altra lettera il 25 luglio – ed ho sempre fatto tutto il mio dovere, per cui ora un po’ di comodità sarebbe anche meritata»[90]. Non a caso Silvio Tomasi, al pari di molti suoi commilitoni, dopo aver combattuto anche sui fronti della seconda guerra mondiale, concluderà il suo percorso iniziato con l’adesione entusiasta alle istanze fasciste entrando nella Resistenza dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Arrestato, sarà deportato a Mauthausen col triangolo rosso dei prigionieri politici e morirà il 28 aprile 1945.

Il divario tra realtà e propaganda per molti militari è evidente fin da subito. «Questo continente nero – si legge ad esempio nel diario di Elvio Cardarelli, di Vignanello (Viterbo), appena messo piede a Massaua nel giugno 1935 – che ci ha fatto sognare molte volte chissà quali piacevoli avventure, leggendo qualche libro; o assistendo stando comodamente seduti in un locale fresco a qualche pellicola che ci piaceva per



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