Il generale al contrario by Saverio Tommasi

Il generale al contrario by Saverio Tommasi

autore:Saverio Tommasi [Tommasi, Saverio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: People
pubblicato: 2024-04-09T22:00:00+00:00


Parla come spari

Non si può più dire niente. È questo l’urlo di battaglia di chi può dire qualsiasi cosa, senza preoccuparsi dei danni che causa agli altri, senza percepire alcuna responsabilità rispetto al dolore che alcune parole possono provocare. Insieme a quella per il genere e la sessualità, anche quella per il linguaggio è una fissazione ricorrente nei pensieri del generale. Non può più dire niente, e infatti lo troviamo a tutte le ore ospite in tv, la sera nelle sale conferenze di tutta Italia, e ha due libri in cima alle classifiche di vendita.

Pensate se avesse potuto dire tutto.

Il generale non vuole una lingua asessuata (accidenti al politicamente corretto!)

Parliamo di questo “politicamente corretto”. Capiamo subito che è un pensiero unico imposto da qualcuno, ma non capiamo davvero come funziona. Ora ve lo spiego io.

Questa che vedete è una bottiglia e tutti siamo d’accordo, è una bottiglia. Poi viene qualcun altro e dice: «No, questa bottiglia è una donna».

Io gli rispondo: «Ma cosa dici? Guarda che questa bottiglia è una bottiglia».

«No, non dirlo più, perché se lo dici ancora prendi delle sanzioni, questa bottiglia è una donna».

Questo è l’esempio di che cosa è il politicamente corretto!

Secondo il generale Vannacci, quindi, il politicamente corretto sarebbe un pensiero unico imposto da qualcuno. In realtà, il politicamente corretto si è affermato negli anni Ottanta nelle università americane, non per imposizione ma come necessità condivisa. Lo spiega bene la filosofa Maura Gangitano, riflettendo sul fatto che per includere persone nere o asiatiche all’interno delle istituzioni accademiche allora non bastasse aprire le iscrizioni, ma fosse necessaria anche un’attenzione linguistica, un’inclusività nel linguaggio, da ricercare attraverso la scelta delle parole giuste. Valeva per le persone di origine non caucasica, ma anche per quelle con un corpo non conforme.

Dunque, il politicamente corretto non è un pensiero unico imposto da chissà chi, ma una corrente di idee nata nelle università americane, e poi diffusasi in tanti altri Paesi e soggetta a continua riflessione.

Alessandro Manzoni scriveva che «il linguaggio è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra loro, non per ingannarsi a vicenda». È una frase molto bella, sta a intendere che bisognerebbe dare alla lingua la possibilità di evolversi, di non rimanere neutra di fronte ai cambiamenti del mondo, che è poi la differenza sostanziale fra una lingua cosiddetta morta e una lingua viva. Se è viva, una lingua cambia. Altrimenti è morta.

Possiamo però non accontentarci, e rileggere l’inizio della stessa frase: «Il linguaggio è stato lavorato dagli uomini».

È esattamente così: il sistema patriarcale ha lavorato sul linguaggio, questo significa che «l’opacizzazione linguistica di tutto ciò che non è uomo (…) è una precisa cifra stilistica degli utilizzatori di molte lingue, non ultima l’italiano, da secoli, ma trova ancora oggi frange di strenua difesa», come spiega Fabiana Fusco, professoressa ordinaria di Linguistica italiana. La più evidente opacizzazione linguistica è il “maschile sovraesteso”, usato per riferirsi a gruppi di persone o ruoli in cui gli uomini non sono la totalità, talvolta neanche la maggioranza.

La menzogna secondo la quale non



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