Il giorno dei morti - L'autunno del commissario Ricciardi by De Giovanni Maurizio

Il giorno dei morti - L'autunno del commissario Ricciardi by De Giovanni Maurizio

autore:De Giovanni Maurizio [De Giovanni Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literature & Fiction, Mystery; Thriller & Suspense, Mystery, Hard-Boiled, Foreign Languages, Italian, Crime; Thriller & Mystery, Other Languages, Foreign Language Fiction
Amazon: B00C3V9GEU
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2013-03-28T23:00:00+00:00


31

Sette giorni prima, giovedì 22 ottobre.

Tettè corre.

Corre a rotta di collo, con gli zoccoli in mano per non cadere.

Corre e rischia la vita, che comunque perderà, sfiorando le ruote di macchine e carrozze, che strombazzano di fastidio.

Corre, e schiva i bastoni dei signori che se lo vedono arrivare addosso, che colpiscono per essersi dovuti scansare.

Corre, e non volendo schizza acqua dalle pozzanghere sulle balie che spingono alte carrozzine, che inveiscono su di lui con parole incomprensibili pronunciate con dialetti sconosciuti.

Corre, e altri scugnizzi cercano di sgambettarlo per ridere di una sua rovinosa caduta, ma lui lo sa e salta, e non cade.

Corre, e le vetrine corrono al suo fianco, con le commesse che vestono i manichini che gli sorridono.

Corre, e due bambini con i grembiuli e le cartelle, che camminano tenendo per mano la madre lo guardano, e gli invidiano la libertà.

Corre nel vicolo, e il cane corre dietro di lui, leggero, senza sforzo, con le orecchie che sventolano come fazzoletti agitati da un treno in partenza. Fa gli stessi scarti del ragazzo, sceglie le stesse traiettorie come se fosse stato avvisato in anticipo del percorso, come se lo avessero concordato insieme.

Corrono, il cane e il bambino: le stesse costole sporgenti, gli stessi occhi concentrati, le stesse bocche semiaperte nello sforzo. Corrono, e sperano di farcela in tempo.

Cosimo sta fermo col carretto in una piazzetta fra quattro vicoli, nei Quartieri Spagnoli. Il giro è sempre lo stesso, perciò Tettè sa dove raggiungerlo a quell'ora. Una volta che era buono con lui gli ha detto che così, a passare a orari fissi, le donne lo riconoscono meglio e lo aspettano, e gli riservano i pezzi migliori e fa buoni affari.

Infatti, qualche volta Cosimo è buono, con lui. In quei momenti, quando magari sta scurando notte e gli affari sono andati bene, si mette a raccontargli storie. Tettè lo sta a sentire, e pensa che magari Cosimo potrebbe essere papà suo, e lui il suo bambino. Una volta addirittura Cosimo gli ha regalato una moneta, lucida lucida, e Tettè non l'ha mai spesa, se l'è conservata nella tasca dei pantaloni e ogni tanto la prendeva per guardarla: poi Amedeo l'aveva visto e se l'era presa, ma lui se la poteva ricordare.

Tettè pensa; parlare non ci riesce, ma pensa. E ricorda, ricorda tutto. Ricorda le cose buone e le cose cattive, ma in quelle cattive non ci va, nella sua testa: le conserva perché possono servire, ma non ci va. Va in quelle buone, e in quelle buone c'è Cosimo che gli racconta una storia mentre sta scurando notte.

Stavolta però Cosimo non è buono, con lui. Lo capisce dallo sguardo che gli fa quando lo vede arrivare, pure se subito non lo guarda più, se no le donne che stanno attorno a lui se ne accorgono.

Qualcuna la conosce e infatti, quando lo vede arrivare, gli fa festa. Eccolo Tettè, gli dice: bello, e com'è che non c'eri, stamattina? Ecco pure il cane, ma glielo vuoi dare un nome a questo cagnolino, Tettè? Non lo sai, che si dà un nome pure alle bestie?

Tettè non risponde, ma sorride.



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