Il giorno dell'innocenza by Michael Connelly

autore:Michael Connelly [Connelly, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-10-19T12:00:00+00:00

25

Avevo rifiutato l’offerta della giudice Coelho di permettere a Lucinda Sanz di vestirsi in abiti civili forniti da sua madre. Non volevo accettare nulla che potesse distogliere l’attenzione dal fatto che quella donna era in prigione da cinque anni per un crimine che forse non aveva commesso. Volevo che il suo aspetto ricordasse costantemente al giudice come un’ingiusta accusa le avesse portato via tutto, suo figlio, la sua famiglia, la sua libertà e i suoi mezzi di sostentamento, perciò l’avevo lasciata in tuta blu con la scritta CDC INMATE, davanti e dietro.

Seduta al banco dei testimoni, Lucinda sembrava più piccola, con il viso che emergeva a malapena sopra la ringhiera di legno ornata. I capelli erano tirati indietro in una corta coda di cavallo, la linea della mascella affilata. Sembrava spaventata ma risoluta. L’avrei interrogata. Quella sarebbe stata la parte più facile. Il pericolo era rappresentato dal controinterrogatorio di Morris. Aveva le trascrizioni del primo interrogatorio che lei aveva rilasciato agli investigatori quasi sei anni prima e quelle della deposizione fatta a Chino due mesi addietro. Mentre io avevo evitato di avvalermi dell’opzione di deposizione prevista in un’azione civile, Morris aveva scelto di far deporre Lucinda, un chiaro segno della sua strategia. Se fosse riuscito a coglierla in una sola bugia, avrebbe potuto screditare lei e l’intera tesi della sua innocenza.

«Va bene se la chiamo Cindi?» chiesi.

«Sì» rispose lei.

«Cindi, per favore, dica alla corte dove risiede e da quanto tempo.»

Prima che Lucinda potesse parlare, Morris intervenne.

«Vostro onore, gli aspetti della detenzione della signora Sanz per un crimine che ha confessato sono ben noti alle parti in causa e alla corte» disse. «Possiamo passare alle questioni pertinenti alla petizione?»

«È un’obiezione, signor Morris?»

«Sì, vostro onore.»

«Molto bene. Accolta. Signor Haller, prosegua e arrivi al motivo per cui siamo qui oggi.»

Annuii. Quindi era così che saremmo andati avanti.

«Sì, vostro onore» risposi. «Cindi, ha ucciso lei il suo ex marito, Roberto Sanz?»

«No, non l’ho fatto.»

«Ma ha scelto di non contestare l’accusa di omicidio preterintenzionale. Perché ha scelto di non contestare un’accusa per qualcosa che ora dice di non aver fatto?»

«Non lo dico solo ora. L’ho sempre detto. L’ho detto agli sceriffi. L’ho detto alla mia famiglia. L’ho detto al mio avvocato. Non ho sparato a Roberto. Ma il signor Silver mi disse che le prove erano troppe, che una giuria mi avrebbe riconosciuta colpevole se fossimo andati a processo. Ho un figlio. Volevo rivedere mio figlio. Volevo abbracciarlo e far parte della sua vita. Non pensavo che sarei stata così a lungo in prigione.»

Lo disse in modo così accorato che abbassai gli occhi sul bloc notes davanti a me sul leggio, per lasciare che le parole di Lucinda rimanessero sospese nell’aula come un fantasma. Ma la giudice, che era stata nominata a vita più di un quarto di secolo prima, conosceva bene tutti i trucchi del mestiere.

«Non ha altre domande, signor Haller?» disse.

«Sì, vostro onore, ne ho altre. Cindi, perché non racconta alla corte cos’è successo quella notte di quasi sei anni fa?»

Questa era la parte pericolosa.

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