Il giovane Moncada by Alexander Lernet-Holenia

Il giovane Moncada by Alexander Lernet-Holenia

autore:Alexander Lernet-Holenia [Lernet-Holenia, Alexander]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-04-08T22:00:00+00:00


PARTE QUINTA

Don Guillermo de Moncada, diciottesimo conte di Osona, marqués de Fuentes de Valdepero, vizconde de Miranda y de Luna, due volte Grande di Spagna e come tale insignito del titolo di «Eccellenza», del quale tuttavia preferiva fare a meno essendo persuaso che lo invecchiasse troppo – il vecchio Moncada, in una parola, era sul punto di mettersi a tavola per consumare la sua prima colazione.

Era un uomo di alta statura, piuttosto in carne, dai tratti fini ma con le guance già flosce e i capelli assai brizzolati; aveva sessantatré anni e lo stato civile di vedovo.

Entrò, in vestaglia, nella stanza in cui il suo domestico, Antonio, stava giusto in quel momento apparecchiando la tavola.

«Allora, Antonio,» disse «che cosa c’è per colazione?».

«Tè, burro, uova, prosciutto crudo e un po’ di fragole» rispose Antonio.

«D’accordo» replicò Moncada. «Ma io, veramente, intendevo dire: che novità ci sono. Per esempio in politica».

«In politica» rispose Antonio «ci sono cose di gran lunga meno appetitose di quel che c’è per colazione».

Moncada si sedette a tavola con un sospiro.

«Da anni» disse «ti faccio leggere i giornali, Antonio, nella speranza che tu mi sorprenda con qualche notizia piacevole; e da anni tu continui a deludermi».

«Perché, allora, i giornali non se li legge da sé, signor conte?».

«Perché una volta ho sentito dire che i viaggiatori inglesi fanno visitare dai loro domestici le città in cui si recano. Da allora, i giornali li faccio leggere a te».

«Forse però è solo in Inghilterra che questo può condurre a qualcosa di buono» osservò Antonio. «Lì, a quanto pare, perfino le cose più insensate si risolvono in un bene – come si spiegherebbe, altrimenti, la soddisfazione del popolo inglese per i propri insuccessi politici?».

«In ogni caso, qualcosa di simile andrebbe sperimentato anche in Spagna» disse Moncada. «Per esempio,» proseguì, decapitando un uovo «per esempio avevo sperato che tu un giorno o l’altro mi accogliessi con la notizia che è stata proclamata di nuovo la monarchia».

«Ritiene che questo potrebbe essere uno degli insuccessi politici che fan contento il popolo?».

«Mio caro Antonio,» rispose Moncada «non esiste nulla per cui la contentezza del popolo possa valere come criterio attendibile. Perché il popolo, anche quando se la passa bene, non è contento lo stesso e s’imbarca in avventure politiche. E quando s’imbarca in avventure politiche poi se la passa male, e così è ancora più scontento di prima...».

Ma a questo punto Moncada fu interrotto nel suo ragionamento, poiché nell’anticamera si udì squillare il campanello.

«Va’ a vedere chi è» disse il conte. «Visto che non ci siamo destati per ritrovarci in una monarchia, non è escluso che ci stia aspettando un’altra gradevole sorpresa».

Il domestico, che era andato nell’anticamera, ritornò annunciando: «Il signor Álvarez».

«Hai visto!» esclamò Moncada. «Ecco il valentuomo che disciplina le nostre finanze. Le do il mio benvenuto, signor Álvarez!». E senz’alzarsi da tavola porse al nuovo venuto due dita soltanto. «L’ho fatta venire per discorrere con lei, ancora una volta, di un piccolo credito. Gli anni passano, infatti, e tutto sommato non si è più giovanissimi, eppure si vorrebbe aver ancora qualche soddisfazione dalla vita.



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