Il Libro Dell'angelo by Alfredo Colitto

Il Libro Dell'angelo by Alfredo Colitto

autore:Alfredo Colitto [Colitto, Alfredo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788856615494
editore: Piemme
pubblicato: 2011-01-01T23:00:00+00:00


VIII

Dall'esterno non arrivava più nessun rumore, ma

poteva anche essere una trappola. Il primo a mettere

piede fuori dal nascondiglio fu Gerardo, con il pugnale

stretto in mano e lo sguardo vigile. Mondino, che era

disarmato, uscì dietro di lui. Durante l'alterco di

Davide con le guardie sarebbe voluto correre a dargli

man forte, ma Gerardo gli aveva fatto notare che dalla

porticina dietro il camino potevano uscire solo carponi

e uno alla volta. Sarebbero stati catturati tutti senza

neppure combattere. Avevano ascoltato con

apprensione il dialogo tra il giovane e le guardie, anche

se non riuscivano a cogliere tutte le parole. Avevano

compreso che il ragazzo si era tuffato dalla finestra,

ma non sapevano cosa fosse accaduto dopo. Gli

uomini di Gradenigo si erano precipitati giù dalle

scale, e dal canale erano arrivate parole confuse.

Mondino aveva aperto di uno spiraglio la porticina per

sentire meglio, finché un rumore di passi per le scale e

voci concitate che parlavano francese lo avevano

spinto a richiuderla. La casa era stata ispezionata

palmo a palmo, ma nessuno aveva trovato il

nascondiglio.

Erano restati a lungo in completo silenzio, seduti sul

pavimento con le schiene contro il muro. Adia aveva

pianto, rannicchiata contro la sua spalla. «Spero tanto

che Davide sia riuscito a fuggire» aveva sussurrato a

un certo punto. «E anche i miei cani.» Ma sapevano

bene tutti e tre qual era la cosa più probabile.

In piedi nella stanza, Mondino e Gerardo restarono

qualche istante in ascolto. Rassicurati dal totale

silenzio che regnava in casa, corsero alla finestra. Il

cielo lattiginoso del pomeriggio era solcato da pochi

gabbiani, mentre altri erano sulla riva di fronte, intenti

a banchettare con avanzi di pesce sotto una finestra.

La nebbia si era finalmente diradata, e il canale

deserto non serbava traccia di ciò che era avvenuto.

Intanto anche Adia era uscita dalla stanza segreta.

Scesero insieme al piano di sotto, e la prima cosa che

videro furono i mastini riversi sul pavimento, l'uno

addosso all'altro, come se avessero cercato fino

all'ultimo di coprirsi a vicenda. Il loro manto grigio era

rosso di sangue. Vicino al portone aperto, c'erano i

cadaveri di due guardie con la gola squarciata.

«Si sono difesi bene» sussurrò Mondino, con

un'emozione strana in gola.

Adia non lo udì. Era già china sopra i cani,

incurante del sangue che le inzuppava l'orlo della

veste. Con un gesto lieve, pieno di affetto e di rispetto,

chiuse loro gli occhi come fossero due persone.

«Erano la mia famiglia» disse, alzandosi in piedi.

«Ora non ho davvero più nessuno.»

Si scosse e uscì dal portone, seguendo Gerardo.

Mondino fu l'ultimo a mettere piede nel campiello

deserto. Le case intorno avevano porte e finestre

sbarrate. I vicini si erano chiusi in casa per paura

delle guardie, o forse erano andati a rifugiarsi in

chiesa: dalla vicina abbazia della Misericordia

proveniva il suono di molte voci che intonavano un

inno.

Proprio all'angolo tra la casa e il canale videro un

corpo riverso a pancia sotto, scalzo e coperto solo da

brache e camicia. Dai capelli biondi incollati alla testa

e dalla pinguedine, Mondino lo riconobbe subito.

«Lo hanno ucciso!» esclamò Adia, precipitandosi

verso di lui. Appena lo raggiunse gli si inginocchiò

accanto, sollevandogli la testa coperta di sangue

rappreso, e scoppiò in lacrime.

«Mio Dio, com'è conciato» disse Gerardo, piano.

Mondino si inginocchiò accanto ad Adia sul legno

della fondamenta. Davide presentava un'ampia

lacerazione del cuoio capelluto, e quel tipo di ferite

tendevano a sanguinare molto, anche se superficiali.



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