Il mago di Earthsea by Ursula K. le Guin

Il mago di Earthsea by Ursula K. le Guin

autore:Ursula K. le Guin
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2013-02-02T23:00:00+00:00


6 - BRACCATO

Appena Pandor sparì oltre l'orlo del mare dietro di lui, Ged, guardando verso oriente, si sentì tornare nel cuore la paura dell'ombra, e gli fu difficile passare dal nitido pericolo dei draghi a quell'orrore informe e irrimediabile. Lasciò cadere il vento magico e veleggiò col vento del mondo, perché adesso non aveva desiderio di affrettarsi. Non aveva neppure un'idea chiara di ciò che doveva fare. Doveva fuggire, come aveva detto il drago: ma dove? A Roke, pensò, poiché là almeno era protetto e poteva chiedere consiglio ai saggi.

Prima, però, doveva ritornare a Torning Bassa e riferire agli isolani. Quando giunse notizia del suo ritorno, cinque giorni dopo la partenza, i maggiorenti e metà della popolazione della municipalità vennero, remando e correndo, a raccogliersi intorno a lui, a guardarlo sbalorditi e ad ascoltare. Ged fece il suo racconto e un uomo chiese: — Ma chi ha visto questo prodigio, draghi uccisi e draghi domati? E se...

— Taci! — disse bruscamente il capo, perché sapeva, come sapevano quasi tutti, che un mago può avere modi sottili di dire la verità e può tenere la verità per sé: ma se dice una cosa, è veramente così. Perché questo è il suo potere. Perciò si stupirono, e poi cominciarono a sentire che non avevano più motivo di temere, e si rallegrarono. Si strinsero intorno al loro giovane mago e gli chiesero di ripetere il suo racconto. Arrivarono altri isolani e chiesero di udirlo anche loro. Prima del cader della notte, non fu più necessario che Ged lo ripetesse. Potevano farlo gli altri per lui, e anche meglio. Già i cantori del villaggio l'avevano adattato a una vecchia melodia, e intonavano il Canto dello Sparviero. I falò ardevano non solo sull'isola di Torning Bassa ma nelle municipalità al sud e all'est. I pescatori gridavano la notizia da barca a barca, da isola a isola: il male è scongiurato, i draghi non verranno mai da Pendor!

Quella notte, quell'unica notte, fu felice per Ged. Nessuna ombra poteva avvicinarsi a lui nel fulgore di quei fuochi di ringraziamento che ardevano su ogni collina e su ogni spiaggia, tra i cerchi di danzatori ridenti che lo circondavano cantando le sue lodi e agitando le torce nella ventosa notte d'autunno così che le scintille volavano fitte e lucenti e brevi nel vento.

Il giorno seguente s'incontrò con Pechvarry, che disse: — Non sapevo che tu fossi tanto potente, mio signore. — C'era paura nelle sue parole perché aveva osato trattare Ged come un amico, ma c'era anche un rimprovero. Ged non aveva salvato il suo figlioletto, sebbene avesse ucciso i draghi. Ged provò allora, rinnovata, l'inquietudine impaziente che l'aveva spinto a Pendor e che adesso l'allontanava da Torning Bassa. Il giorno seguente, anche se gli isolani sarebbero stati felici di tenerlo con loro per tutto il resto della sua vita, per lodarlo e vantarsi di lui, lasciò la casa sulla collina, senza altro bagaglio che i suoi libri, il suo bastone, e l'otak appollaiato sulla spalla.

Salì su una barca con due giovani pescatori di Torning Bassa, che volevano l'onore di essere i suoi rematori.



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