Il mastino dei Baskerville by Arthur Conan Doyle

Il mastino dei Baskerville by Arthur Conan Doyle

autore:Arthur Conan Doyle [Doyle, Arthur Conan]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:27:04+00:00


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Fin ad ora sono stato in grado di esporre ai lettori i fatti attraverso le relazioni spedite a Sherlock Holmes nei primissimi giorni del mio soggiorno al Maniero. Ora però sono giunto a un punto in cui mi vedo costretto ad abbandonare questo sistema e ad affidarmi ancora una volta ai miei ricordi, aiutandomi col diario da me tenuto in quel tempo. Alcune annotazioni tratte da esso mi trasporteranno in quei luoghi che si sono fissati nella mia memoria in modo 42

incancelabile, facendomene ricordare anche i minimi particolari. Inizio quindi dal mattino successivo a quello della nostra sfortunata caccia alll’evaso e alle altre misteriose impressioni da noi riportate sulla landa.

16 ottobre. - Giornata piena di nebbia, uggiosa: piove fino fino. La casa è avvolta di nubi che si susseguono senza soluzione di continuità, ma di tanto in tanto rivelano le paurose ondulazioni della brughiera, i fianchi delle colline segnate da sottili striature grigiastre, i massi lontani che scintillano là dove la luce batte sui loro spigoli madidi di umidità. La malinconia incombe fuori e dentro. In Sir Henry, all’eccitazione della notte è succeduto uno stato di abbattimento nero. Ho anch’io una sensazione di peso al cuore e un presentimento di pericolo incombente… un pericolo onnipresente, tanto piú temibile quanto piú inafferrabile.

E non ho forse motivo di temere? Si rifletta alla lunga serie di fatti, tutti indicanti che una qualche sinistra potenza è all’opera intorno a noi. Prima di tutto la morte dell’ultimo proprietario del Maniero, avvenuta proprio nelle condizioni previste dalla leggenda familiare, poi le numerose testimonianze dei contadini confermano la presenza sulla landa di un ignoto animale. Due volte io stesso ho sentito con le mie orecchie un suono somigliante al latrato lontano di un mastino. Ora è incredibile, impossibile, che ciò debba avvenire al di fuori delle leggi ordinarie della Natura. Non si può immaginare un cane fantasma che lascia impronte materiali e riempie l’aria con i suoi ululati. Stapleton può forse credere in una simile superstizione, e può crederci persino Mortimer. Ma se io ho una buona qualità, questa consiste nel mio buon senso, e nulla potrà persuadermi a prestar fede a una simile assurdità. Se questo mi accadesse, mi parrebbe di scendere al livello di quei poveri paesani che non solo credono fermamente in una bestia infernale, ma addirittura la descrivono, e asseriscono di averla vista sputare fuoco e fiamme dalla bocca e dagli occhi. Holmes non crederebbe certamente a simili fandonie, e io agisco per suo incarico.

Ma i fatti sono fatti, e io stesso ho udito due volte il suo grido sulla landa. Ammettiamo che esista realmente, libero per la brughiera, un cane enorme: ciò spiegherebbe ogni cosa. Ma dove potrebbe nascondersi questo cane, dove prende il cibo, da dove proviene, e perché non lo si vede mai durante il giorno? Bisogna ammettere che anche una spiegazione naturale offre problemi a spiegarsi quanto l’altra. E poi, indipendentemente dal cane, sussiste sempre il fatto dell’individuo misterioso che ha operato a Londra, l’uomo del cab, la lettera che ha messo in guardia Sir Henry contro la landa.



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