Il mondo in un dollaro by Dharshini David

Il mondo in un dollaro by Dharshini David

autore:Dharshini David [David, Dharshini]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Saggistica umanistica, Economia e finanza
ISBN: 9788851169480
editore: UTET
pubblicato: 2019-02-12T05:00:00+00:00


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Finanziare strumenti di distruzione

Dall’Iraq alla Russia

A Iževsk, la fabbrica si estende fin dove arriva lo sguardo, e il brusio delle attività è un rumore familiare in città già dal primo Ottocento. Gli operai assemblano e testano fucili militari e da caccia. È probabile che i loro genitori facessero un lavoro simile, nell’epoca in cui le severe normative dell’Unione Sovietica stabilivano esattamente quante armi dovevano essere prodotte, e come, per soddisfare le necessità militari. Ma le cose sono cambiate: le fabbriche come questa sono più attive che mai, e restano aperte non per le esigenze del Cremlino, ma per quelle del dollaro.

Sfruttando le risorse della Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il nostro fabbricante di armi, che chiameremo Dmitrij Sokolov, si è garantito una quota in un’azienda che produce gli attrezzi per cui la Russia è diventata famosa. Naturalmente Dmitrij è un personaggio di fantasia, ma ai fini del nostro racconto rappresenta gli uomini che sfruttano le risorse del paese in seguito al collasso dell’Unione Sovietica. Dalle mitragliatrici contraeree ai carri armati, ai MiG da combattimento, non c’è nulla di cui non ci si possa rifornire dai trafficanti d’armi russi. A questo punto, nel passaggio dal petrolio alle armi, il dollaro ha un piede in ciascuna delle due aree più controverse dell’economia globale. Nel 2012, durante la ricostruzione dell’esercito, l’Iraq ha speso 4,3 miliardi di dollari in armi russe, inclusi ventotto Mi-35 e quindici elicotteri d’attacco Mil Mi-28. I primi elicotteri sono stati consegnati nel 2013, e nel giro di un paio d’anni si sono trovati in prima fila, insieme ad altre armi da fuoco commissionate all’estero, nella battaglia per strappare all’is la città di Falluja.

Per l’Iraq non è facile separarsi dai ricchi proventi del petrolio, ma in un conflitto in pieno svolgimento acquistare armi può essere più importante rispetto alle infrastrutture o alla spesa sociale. Le armi russe promettevano, e hanno mantenuto, una difesa e una sicurezza migliori per l’Iraq e la sua gente.

Per la Russia, la commessa è stata un contributo decisivo per un’industria bellica che dall’inizio del millennio ha visto aumentare i guadagni delle esportazioni di cinque volte. Fa parte di una strategia per aumentare la base di potere geopolitico della Russia e la sua resilienza economica. La Russia è un paese dominante con un’economia insignificante; sta passando un periodo difficile e il dollaro, suo vecchio nemico, finora si è dimostrato un avversario imbattibile. La Russia del XXI secolo è l’orso grosso ma malandato dell’economia globale, azzoppato dalla sua storia e costretto a dipendere, suo malgrado, dal dollaro. Se vuole mettere le mani sul dollaro, deve cedere armi.

La fine della Guerra fredda, nel 1991, viene spesso considerata un trionfo del liberalismo. Di certo ha aiutato a consolidare la posizione del dollaro. Ma in realtà la caduta del comunismo è dipesa più dai problemi economici di casa sua.

Nel 1955 fu firmato il patto di Varsavia: un accordo di difesa comune tra i paesi comunisti del blocco orientale. In tutto l’Occidente capitalistico suonò il campanello d’allarme, e da entrambe le parti si scatenò la corsa agli armamenti e allo spazio.



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