Il passero by James Hynes

Il passero by James Hynes

autore:James Hynes [Hynes, James]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Guanda
pubblicato: 2023-09-30T22:00:00+00:00


Lettore, questa è la mia iniziazione all’arte dell’amore. La sensazione è che Oddone mi stia facendo quello che fa Focaria quando pulisce il pesce: che mi stia aprendo lungo la spina dorsale, staccandomi le coste a una a una. Io singhiozzo e urlo, ma lui mi preme la faccia nel cuscino sporco e io non riesco a vedere, non riesco a respirare. Brucio dall’orlo dell’ano fin dentro in fondo. Mi sta facendo a pezzi. Mi sta assassinando. Sono l’uomo che sanguina dietro la porta del cortile. Sono Clio, sfigurata in questa stessa stanza. Sono l’uomo che l’ha ferita e urla con il braccio rotto.

Poi Oddone mi spacca in due e io volo via da me stesso come un uccello, appollaiandomi sul davanzale della finestra. Sotto di me vedo un bambino inchiodato da un uomo con la faccia rossa schifoso e sudato. Il bambino ha i miei arti magri e i miei capelli scomposti ma non gli vedo la faccia, solo la nuca premuta sul cuscino dalla mano dell’uomo, che ha il tatuaggio azzurro di un’aquila. Con un frullo d’ali mi innalzo dalla finestra nell’aria aperta e mi libro sopra il cortile. Ora vedo le tegole sovrapposte del tetto, vedo la testa di Focaria che raccoglie le erbe nell’orto, vedo uno schiavo che affonda un secchio nella fontana in strada. Fiuto il fumo che si leva dal camino della cucina e la brezza acida, salata del porto, ma sento ancora quello che succede nella cella sotto di me, sento ancora il rapido sbuffare dell’uomo e lo schiaffo della sua pancia contro la schiena del bambino. Allora mi levo ancora più in alto, fino a udire solo il battito delle mie ali in aria e a sentire solo il palpito del mio cuore, e mi libro a metà fra l’impeccabile cupola azzurra del cielo e i tetti rossi della città, stesa come una mappa di se stessa. E lì, per la prima volta, nel silenzio pulsante dell’aria, durante un attimo infinito che dura per sempre e non dura niente, divento finalmente il mio nome segreto, il mio nome vero. Io divento Passero.

Poi Oddone geme e si affloscia su un fianco contro il muro, e Passero scende in picchiata a velocità terrificante verso la strada, nell’orto e sulla finestra fino a essere ancora una volta dentro di me, a vedere attraverso i miei occhi, a sentire il mio dolore. Mi butto giù dalla branda cercando di respirare, mi trascino in un angolo e mi rannicchio in una palla tremante, sporca di lacrime e muco. L’ano mi brucia e l’interno delle cosce è umido di sangue rosso chiaro. Ho paura di guardare Oddone, perciò tengo gli occhi chiusi, ancora abbastanza bambino, persino in quel momento, da pensare che se io non vedo lui, lui non vede me. Ma lo sento ansimare sulla branda e schiudendo gli occhi lo vedo togliere il sangue dal pene flaccido e poi asciugarsi la mano sul materasso. Poi si tira giù la tunica e con un grugnito si alza dalla branda.



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