Il pennino by Elin Wägner

Il pennino by Elin Wägner

autore:Elin Wägner [Wägner, Elin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia


10

Il barone Starck della Camera Alta era a casa nel suo appartamento parlamentare di due camere, e aspettava un intervistatore del Corriere Liberale. Il segretario di redazione lo aveva preparato alla visita il giorno precedente; con suo stupore, aveva accettato e adesso era vagamente curioso di sapere di cosa si trattasse.

L’orologio aveva appena suonato le dieci e mezza, l’orario concordato, quando si sentì bussare alla porta della stanza più esterna.

«Avanti» disse il barone.

Ma non sentì nulla – “mi sono intrufolata come un refuso” disse in seguito Pennino – e stava per ripetere il suo “avanti” a voce più alta e un po’ irritata, quando la porta socchiusa della stanza in cui si trovava si aprì lentamente e una giovane donna, con indosso un abito su misura grigio chiaro e un sombrero nero sulla testa bionda, si fermò sulla soglia.

«Vengo dal Corriere Liberale» disse in risposta alla sua espressione sgomenta.

Il barone, che si era alzato, fece qualche passo indietro.

«Oh, mio Dio, una donna!» disse lui.

«Sì, non va bene?» chiese Pennino con un sorriso rassicurante. Poi rimase in silenzio, in attesa che lui si riprendesse. Nel frattempo lo esaminò con i suoi occhi pensosi: era un signore anziano di bella presenza, brizzolato e un po’ grasso, non privo di un certo atteggiamento conservatore, che gli si addiceva. Decise che le sarebbe piaciuto e che lei sarebbe piaciuta a lui, perché, pensò, “se avesse voluto, avrebbe potuto contribuire a concederci il diritto di voto”.

«Ma cosa vuole da me, signorina?» chiese alla fine il barone. Ormai si era ripreso a sufficienza da invitare con un cenno la visitatrice a sedersi.

«Vorrei una dichiarazione da parte di un uomo rappresentativo della destra» spiegò Pennino, «sulla Camera Alta e il diritto di voto delle donne, ora che siamo vicini alla fine del mandato parlamentare, capisce.»

«Lei ha intenzione, signorina» con un’enfasi molto scortese sul “signorina”, «di fare un’intervista politica?»

«Ho fatto pratica con la Camera Bassa, come forse sua grazia avrà notato sul mio quotidiano negli ultimi giorni» disse Pennino un po’ seccamente.

«Allora si intende di politica, signorina?» chiese il barone, che non aveva idea della serie di interviste di Pennino sul Corriere Liberale.

«No, e lei, sua grazia?» si lasciò sfuggire Pennino, che si pietrificò dal terrore all’istante; tuttavia, l’uomo era evidentemente troppo stupefatto per arrabbiarsi.

«Ah, quindi scrive sui giornali, signorina» disse lui prendendo tempo.

«Sì, sono ciò che chiamano una giornalista» spiegò Pennino.

«Credevo che le donne scrivessero solo di vestiti e di come soffiare il naso ai bambini e cucinare, e naturalmente di storie d’amore» disse il barone con franchezza.

«Allora è il momento che sua grazia faccia conoscenza con una di noi ragazze professioniste» rispose Pennino sorridendo. Non aveva nemmeno fretta: era ancora presto.

«Tutte le, ehm, donne giornaliste sono come lei?» proseguì il barone.

«Oh, sì» disse lei, «più o meno. Ma se tutte le persone che devo intervistare fossero come lei, sua grazia, non andrei da nessuna parte.»

A questo punto lui capì che Pennino intendeva davvero arrivare al sodo.

«Bene, allora cominci pure, prego» disse con un sorriso sarcastico.

Durante il



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