Il potere e la parola. Scritti su propaganda, politica e censura by George Orwell

Il potere e la parola. Scritti su propaganda, politica e censura by George Orwell

autore:George Orwell [Orwell, George]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Collections, Essays, Political Science, History & Theory, Political Freedom
ISBN: 9788893711081
Google: za9BzgEACAAJ
editore: Piano B
pubblicato: 2021-08-14T22:00:00+00:00


La prevenzione della letteratura

(1946)

The Prevention of Literature, pubblicato in «Polemic» nel gennaio del 1946.

Circa un anno fa partecipai a un incontro del PEN Club97 in occasione del tricentenario dell’Areopagitica di Milton, un libello, si ricorderà, in difesa della libertà di stampa. I volantini che pubblicizzavano l’incontro, diffusi in precedenza, riportavano la celebre frase di Milton sul peccato di «uccidere» un libro.

Sul palco c’erano quattro relatori. Il primo tenne un discorso sulla libertà di stampa, ma soltanto in relazione all’India; un altro, con esitazione e in termini assai generici, disse che la libertà era una cosa buona; il terzo pronunciò un attacco contro le leggi relative all’oscenità in letteratura; infine il quarto dedicò buona parte del suo intervento a un’apologia delle purghe russe. Dei discorsi del pubblico in sala, alcuni ritornavano sull’oscenità e sulle leggi che la riguardano, altri erano semplici elogi della Russia sovietica. La libertà morale – la libertà di discutere apertamente di questioni sessuali sulla stampa – sembrava essere generalmente accettata, ma la libertà politica non fu mai menzionata, neppure una volta. Di questo consesso di centinaia di persone, delle quali forse la metà era legata direttamente al mestiere della scrittura, non ci fu un solo intervento che fece notare che la libertà di stampa – se quest’espressione significa qualcosa – significa libertà di criticare e di opporsi. È significativo che nessun oratore citò alcunché dal libello che si sarebbe dovuto commemorare. Né si parlò dei tanti libri che sono stati “assassinati” in questo Paese e negli Stati Uniti durante la guerra. L’effetto evidente di questo convegno sembrò una dimostrazione in favore della censura. In tutto questo non c’è niente di particolarmente sorprendente. Nella nostra epoca l’idea di libertà intellettuale è attaccata da due fronti: da un lato ci sono i suoi oppositori teorici, gli apologeti del totalitarismo; dall’altro i suoi nemici immediatamente pratici, il monopolio e la burocrazia. Qualsiasi scrittore o giornalista che voglia salvaguardare la propria integrità si ritrova ostacolato più dalla deriva generale della società che da un’attiva persecuzione. I fattori che operano contro di lui sono la concentrazione della stampa nelle mani di pochi ricchi, la morsa del monopolio sulla radio e i film, la riluttanza della gente a spendere soldi per i libri – cosa che costringe quasi ogni scrittore a guadagnarsi da vivere come scribacchino –, le pretese di organismi ufficiali come il Ministero dell’informazione e il British Council98 , che aiutano lo scrittore a tirare avanti ma che gli fanno anche perdere tempo e lo condizionano, e infine l’atmosfera di guerra continua degli ultimi dieci anni, dai cui aberranti effetti nessuno è riuscito a sottrarsi.

Tutto nella nostra epoca cospira per trasformare lo scrittore, e ogni altro artista, in un impiegato di basso livello, che lavora su temi impostigli dall’alto e che non racconta mai quella che a lui pare essere la verità. E nella lotta contro questo destino non riceve alcun aiuto dai propri simili; non esiste un gruppo d’opinione che gli garantisca di essere nel giusto. In passato, almeno per



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