Il re della memoria by Massimo Cotto

Il re della memoria by Massimo Cotto

autore:Massimo Cotto [Cotto, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gallucci
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


26

“Mio Dio, credo tu abbia sentito parlare di me. Anche se non ti ho mai visto, anche se non ti ho mai invocato, credo tu conosca il mio indirizzo. Dicono che vedi tutto e tutto perdoni. Spero tu mi possa perdonare per non averti mai rincorso, spero soprattutto che tu mi veda adesso, ora e qui, in questa stanza che è il mio mondo da non so quanti giorni. E che tu abbia pietà di me”.

Così pensava, parola più parola meno, perché i pensieri non sempre si possono tradurre esattamente, Matteo Dal Pozzo, il dottore, l’uomo che non capiva. Aveva il viso troppo tondo e liscio, senza grosse rughe se non ai bordi degli occhi miopi e tarmati dal leggere, gli occhiali rettangolari dalla montatura dorata come si usavano una volta, la camicia bianca sempre troppo stretta sulla linea della pancia.

Dal Pozzo pensava ai suoi vestiti preferiti, alle scarpe preferite, alle camicie preferite, alle cravatte preferite. Le guardava. Erano tutte in quelle due valigie rigide blu, le sue valigie rigide blu che l’uomo dagli occhi spenti aveva sistemato sotto il letto, il secondo giorno, quando aveva cambiato stanza. Come aveva fatto a prenderle? Aveva fatto del male a sua moglie? Poi pensò che erano gli stessi vestiti che avrebbe scelto lui per iniziare una nuova vita con Vanessa.

«Ti serviranno, dottore» gli aveva detto Scatola vuota.

Dal Pozzo aveva frugato tra i vestiti. Poi aveva detto: «Significa che dovrò rimanere qui a lungo?»

«Spero di no. Prima finisce tutto, meglio è per tutti».

Dal Pozzo si era chiesto che cosa fosse quel tutto, ma non aveva dato voce ai suoi dubbi, anche perché l’uomo aveva già richiuso la porta.

“Sono gli abiti che indosso più frequentemente” aveva pensato. “Questo significa che mi seguivano da tempo. Conoscevano le mie abitudini. Sapevano come mi vesto, i miei spostamenti. Sapevano di Vanessa. Ecco perché hanno preso anche lei. Chi sono?”

Era certo che l’uomo non potesse aver organizzato tutto da solo.

Dal Pozzo pensò a Miranda, sua moglie. “Che cosa avrà pensato quando non sono rientrato per la notte? Quando avrà cominciato a preoccuparsi? Quando avrà chiamato la polizia?” La immaginò mentre, l’indomani della sua scomparsa, rispondeva al telefono e ascoltava le domande della segretaria, stupita della sua assenza, proprio lui che arrivava sempre mezz’ora in anticipo: «Signora, non abbiamo visto suo marito. C’è stato qualche contrattempo?» Di sicuro, avrà chiamato tutti gli ospedali della città e anche quelli dei paesi vicini. Di sicuro mi stanno cercando, di sicuro stanno battendo la zona, senza lasciare nulla di intentato. Ma in che zona si trovava, ora? E in che città?

Dal Pozzo non sentiva rumori. Silenzio assoluto. Questa era la cosa che lo stupiva maggiormente. “Fossimo in campagna, sentiremmo i grilli, le cicale, il canto di un uccello, un fiume, lo sparo di un cacciatore. Non siamo in Barbagia, non siamo in Calabria. Dove mi hanno portato? Dove sono? E loro chi sono? Chi sono?”

Dal Pozzo si domandò: “Se la mia vita finisse ora, se quell’uomo dagli occhi vuoti entrasse da quella



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