Il rumore del silenzio by Brian Freeman

Il rumore del silenzio by Brian Freeman

autore:Brian Freeman [Freeman, Brian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-07-24T12:00:00+00:00


26

Quando ripenso alla ricerca di Jeremiah, la divido in due atti. Inizio e fine.

Lo dico ora che è passato del tempo, perché come ho già spiegato tutto questo è successo più di dieci anni fa. Non sono più la venticinquenne di allora. Ai tempi non lo sapevo, ma con l’arresto di Keith Whalen l’atto iniziale era quasi concluso. Non ci fu una parte centrale in quel dramma, solo anni di nulla. E la fine... era ancora lontana, nel futuro.

Sei settimane dopo la scomparsa di Jeremiah, le scuole iniziarono di nuovo, senza di lui. L’estate era giunta al termine. La vita andava avanti. L’FBI aveva lasciato la città da tre settimane, senza aver risolto il caso. Non c’erano più volontari che alloggiavano nei motel. Il mistero non era più nei titoli dei notiziari. La bestia si nutre di notizie, e quando non ci sono novità da segnalare, si sposta su nuovi territori.

Noi non avevamo dimenticato Jeremiah, ma in ogni indagine si arriva a un punto dove non ci sono più indizi e, per quanto ti sforzi, se non ci sono non puoi crearli dal nulla. Puoi mantenere il fascicolo aperto. Puoi rileggerlo di tanto in tanto e ripensare alle cose che forse ti sei lasciato sfuggire. E poi capisci che puoi solo richiuderlo e aspettare. Aspettare che succeda qualcosa. Una svolta che potrebbe anche non arrivare mai.

Io contemplavo tutto questo, seduta al Nowhere Café con papà, Monica e Adam. Eravamo finalmente tornati alla nostra vecchia routine. Io stavo mandando un messaggio a Jeannie Samper per comunicarle il mio prossimo turno di volontariato al centro rapaci. Monica leggeva estratti di un romanzo d’amore all’urna con le ceneri di Moody. Adam sfogliava una rivista di motociclette. Papà aveva davanti il giornale aperto alla pagina del cruciverba.

«Una destinazione per un viaggiatore pieno di buone intenzioni» annunciò, ruotando tra le dita la matita ben temperata. «Sette lettere. Qualcuno ha un’idea?»

Io fui l’unica a prestargli attenzione. «Quante lettere hai, papà?»

«Nemmeno una.»

Pensai intensamente alla definizione, ma è il modo peggiore per risolvere un cruciverba. Non puoi costringere le parole ad apparire, devi lasciare che vengano a te. Prima o poi, nei momenti più strani, le risposte ti appaiono in testa, spesso quando non hanno più importanza.

Una destinazione per un viaggiatore pieno di buone intenzioni. Niente da fare.

Papà aspetto finché fu evidente che non potevo aiutarlo, poi si dedicò alle altre definizioni. Aveva un’aria stranamente rilassata. Da quando aveva deciso di non ripresentarsi alle elezioni, si era tolto un peso. Non doveva più dimostrare nulla a nessuno. E quella mancanza di stress aveva fatto bene anche alla sua mente. Era più presente, aveva avuto meno episodi. Era un’ottima cosa, ma non coltivavo illusioni su come sarebbe andata a finire, e nemmeno lui.

Dietro il bancone, Breezy affettava una crostata alla ciliegia. Venne al nostro tavolo con una fetta per Adam. Lui non l’aveva ordinata, ma Breezy conosceva i suoi gusti. Sulla camicetta portava una spilla rossa con la scritta SCERIFFO TWILLEY. Adam le distribuiva da settimane.

«Offre la casa» gli disse, con una strizzatina d’occhio.



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