Il Servizio Sociale professionale nell'emergenza Covid by Antonella Bacchi

autore:Antonella Bacchi [Bacchi, Antonella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La meridiana
pubblicato: 2021-11-04T23:00:00+00:00

di Mariagrazia Cirrottola1, Marialisa Barile2 e Adriana Saragaglia3

4.1 LA POVERTÀ E GLI STRUMENTI DI SOSTEGNO AL REDDITO

Il termine povertà è strettamente connesso a quello di marginalità. Richiamando il testo costituzionale, quando si parla di “persone in condizione di marginalità” si intendono coloro che vivono una condizione di precarietà e sono ai margini di quelle dimensioni che consentono “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”4. Si intendono persone o famiglie in condizione di disagio economico e/o abitativo, disoccupazione, grave emarginazione5.

Le azioni a contrasto di esclusione sociale e povertà chiamano in campo diversi settori di intervento per ciascuna problematicità specifica (servizi per nuclei familiari, immigrati, disabili, ecc.), ma anche interventi settoriali destinati al disagio sociale adulto. Trattasi di soluzioni temporanee, come le strutture di prima accoglienza abitativa (centri di riparo notturno), di interventi per l’accesso alla casa (agenzie di mediazione tra conduttore e locatore, contributi economici per il pagamento del canone di affitto, inserimenti in graduatorie per la concessione di immobili per emergenza abitativa, ecc.), di accompagnamento al lavoro (percorsi di formazione professionale, attività di studio/formazione come il programma regionale “Garanzia Giovani”6, inserimento lavorativo in cooperative sociali di tipo B, ecc.). Molti interventi e azioni mirano, soprattutto nei casi di estrema marginalità, alla riduzione del danno, con tale espressione intendendosi il “minimizzare i rischi di un aggravarsi della situazione sotto il profilo della marginalità sociale, economica, relazionale e sanitaria”7.

Tradizionalmente gli interventi più attuati per favorire l’inclusione sociale di persone in difficoltà hanno riguardato prevalentemente le seguenti misure, rimodulate nel tempo, alla luce dei nuovi bisogni e dei nuovi poveri, alla comparsa di persone povere appartenenti alla piccola borghesia impiegatizia, sottooccupate e con salari molto bassi:

•sostegni economici (generici contributi economici, reddito minimo di inserimento, social card o carte acquisti, contributi al pagamento di utenze, contributi per l’affitto, assegni di maternità, contributi per i trasporti);

•accoglienza abitativa;

•fornitura di beni di prima necessità;

•tirocini e inserimento lavorativo8.

Il reddito minimo di inserimento (RMI) è stato istituito con il Decreto legislativo n. 237 del 18 giugno 1998, Istituto del reddito minimo di inserimento, quale misura sperimentale

[…] di contrasto della povertà e dell’esclusione sociale attraverso il sostegno delle condizioni economiche e sociali delle persone esposte al rischio della marginalità sociale e impossibilitate a provvedere per cause psichiche, fisiche e sociali al mantenimento prossimo e dei figli (art. 1, comma 1)

poi fatta propria dalle Legge n. 328 dell’8 novembre 2000, Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e Servizi Sociali, che ne proponeva l’estensione a tutto il Paese. Si tratta di un tipo di assistenza economica non passivizzante, in quanto richiede al destinatario un’assunzione di responsabilità, associando al contributo economico una serie di interventi formativi e/o di inserimento lavorativo9.

Nel 2012 è stata sperimentata la social card, una carta utilizzabile per il sostegno della spesa per alimenti, prodotti farmaceutici, bollette, a cui hanno diritto cittadini con determinati requisiti anagrafici10 e di condizione economica, determinata da uno specifico valore di ISEE. Come il reddito minimo di inserimento

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