Il telefono senza fili (Italian Edition) by Marco Malvaldi

Il telefono senza fili (Italian Edition) by Marco Malvaldi

autore:Marco Malvaldi [Malvaldi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2014-09-29T16:00:00+00:00


Otto

La durata di una settimana dipende in modo sostanziale da quello che succede in quella settimana.

Una settimana in viaggio di nozze alle Maldive dura, effettivamente, una settimana, la quale una volta tornati a casa viene efficientemente compressa dal nostro hardware di ciccia in un ricordo pieno di rimpianto della durata di circa un giorno e mezzo, due al massimo, presumibilmente per salvare spazio in memoria. La quale, invece, quando si tratta di ricordarsi eventi ansiogeni o traumatici li registra con dovizia di particolari: ci sarà senz’altro un vantaggio evolutivo in questo, non è chiaro quale.

Una settimana lavorativa dura invece sette giorni, anche se di lunghezza variabile e non assegnabile secondo una regola precisa; una domenica può essere breve e meravigliosa come pure lunga ed alienante, e ognuno di noi attribuisce un significato diverso ad ogni giorno della settimana. Ci sono persino persone a cui piace il lunedì; tra queste, oltre a varie migliaia di parrucchieri, anche Massimo, che amava alzarsi la mattina presto per leggere il giornale quando il bar era ancora di sua esclusiva proprietà, e la «Gazzetta» del giorno dopo il campionato è la più soddisfacente della settimana.

Una settimana all’ospedale con la gamba in trazione, impossibilitato a muoversi e costretto ad interagire solo con dottori, infermieri e parenti molesti che in condizioni di normale mobilità eviteresti come testimoni di Geova, dura invece centosessantotto ore. Ivi comprese quelle in cui uno di solito dorme, e che invece quando sei immobilizzato e costretto al riposo si fondono e si confondono con quelle di veglia, in un ininterrotto flusso di rottura di coglioni esacerbato dal fatto che ti hanno montato con una zampa all’insù, in una involontaria posizione di Pilates che ti fa sentire, oltre che inutile, anche alquanto ridicolo. Il tutto senza nemmeno poter contare su quella che è l’unica e regolare consolazione dell’annoiato immobile, ovvero l’ora dei pasti: visto e considerato quello che ti portano da mangiare in ospedale, se aspetti con ansia l’ora di pranzo allora vuol dire che stai male per davvero e che forse il ricovero era inevitabile, anche se non proprio in ortopedia.

La settimana di ferragosto tra BarLume e Bocacito, in un periodo di vacanza sì, ma per quegli altri, nel quale non ti puoi permettere un singolo momento di chiusura, dura invece diecimilaottanta minuti precisi precisi, nei quali non hai tempo nemmeno di respirare, figuriamoci di dormire. Se poi parecchi di questi minuti vengono occupati dalla presenza di Marchino, il quale si palesa come se fosse un cliente normale tutti i giorni all’ora dell’aperitivo e tenta anche di attaccare bottone con te che sei lì dietro al bancone a versare a otto mani, allora vuol dire che è veramente il momento di fare qualcosa.

– Senti, Massimo, ora magari non è il momento...

– No, Marchino. Ora non è il momento. E nemmeno ieri era il momento.

E nemmeno l’altro ieri. E, guarda, nemmeno domani, proprio a voler essere completamente sinceri, pensò Massimo senza dirlo, nell’usuale dibattito tra pensieri e parole che aveva luogo continuamente, quando sentiva di dover trattare veramente male una persona che conosceva veramente bene.



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