Il Vettore di Mosca by Robert Ludlum & Patrick Larkin

Il Vettore di Mosca by Robert Ludlum & Patrick Larkin

autore:Robert Ludlum & Patrick Larkin
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-06-02T16:00:00+00:00


Berlino

Il distretto di Grunewald sorgeva intorno e dentro una grande foresta punteggiata di bellissimi laghetti, era una delle zone più costose ed esclusive di Berlino. In quell'area le case più vecchie erano distanti le une dalle altre, e circondate da giardini curati alla perfezione, da muri di pietra e boschetti.

Un furgoncino rosso e bianco, i colori della Deutsche Telekom, la società telefonica tedesca, era parcheggiato su Hagenstrasse, uno dei più ampi viali residenziali di Grunewald. Il pomeriggio cedeva il posto alla sera e il pallido sole invernale, già basso all'orizzonte, proiettava lunghe ombre nere sulla strada. Il freddo era pungente, e poche persone avevano sfidato l'aria gelida uscendo di casa. Un uomo panciuto che faceva footing, assorto nel ritmo della musica che ascoltava con le cuffie, passò ansando davanti al furgoncino e lo superò, concentrato sull'esercizio fisico ordinatogli dal medico. In pochi istanti svanì nell'ombra degli alberi. Una coppia di anziani faceva la passeggiata serale trascinandosi dietro un terrier poco entusiasta che tremava dal freddo. Anche loro passarono accanto al furgoncino, a passi lenti e incerti, poi scomparvero dietro un angolo.

All'interno del veicolo Randi Russell era seduta comodamente al posto di guida. Indossava sottili guanti di pelle, un cappello da baseball nero senza nessuna scritta per nascondere i corti capelli biondi, e una tuta grigia da operaio che camuffava il corpo snello. Guardò con impazienza l'orologio. Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto aspettare?

Un angolo della bocca carnosa di Randi si sollevò in un sorriso sarcastico mentre si guardava i guanti. Se avesse dovuto starsene lì senza far niente ancora per molto, le sarebbe venuta la tentazione di masticare la pelle dei guanti per riuscire a mangiarsi le unghie.

«La servitù si sta muovendo» riferì all'improvviso una fresca voce di donna dagli auricolari. «Sembra che per oggi abbiamo finito.»

Randi si raddrizzò sul sedile e rimase a osservare mentre una vecchia Audi ammaccata usciva a marcia indietro da un vialetto non lontano da lei. I due immigrati slovacchi illegali che Ulrich Kessler pagava per pulirgli la casa, cucinare e curare il giardino stavano tornando al loro appartamento infestato di pulci situato dalla parte opposta di Berlino.

La Audi svoltò a sinistra su Hagenstrasse e oltrepassò il furgoncino. Randi seguì con gli occhi le luci dei fanali posteriori fino a quando non scomparvero.

«E che mi dite del buon Kessler?» chiese al microfono che aveva appuntato alla tuta.

«È ancora in ufficio» rispose una voce di uomo. La voce apparteneva all'ufficiale della CIA che sorvegliava il palazzo del BKA dove lavorava Kessler. «Però è confermato che sarà uno degli ospiti al ricevimento di gala che il cancelliere ha organizzato per questa sera alla Staatbibliothek. Il nostro file dice che Kessler potrebbe vincere le olimpiadi dei leccaculi. Non si lascerà sfuggire l'occasione di intrattenersi con i pezzi grossi della politica tedesca, quindi non dovresti avere problemi a entrare.»

«Vado» annunciò Randi impassibile. Adesso che poteva agire si sentiva molto più calma.

Senza indugi ingranò la marcia del furgoncino e svoltò nel vialetto che si inoltrava tra gli alberi di cui era circondata la villa di Kessler.



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