In alto mare by Danilo Zagaria

In alto mare by Danilo Zagaria

autore:Danilo Zagaria [Zagaria, Danilo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: add editore
pubblicato: 2022-08-25T22:00:00+00:00


Feedback ghiaccio-albedo

Finora abbiamo visto che l’Artico è una regione a rischio, un luogo dove la crisi climatica è più evidente e rapida. Non ci siamo però soffermati sui motivi che ci dovrebbero spingere a intervenire in modo deciso per evitare che quanto accade a nord del Circolo Polare Artico abbia effetti deleteri sul clima dell’intero pianeta. Sappiamo che i problemi ambientali del nostro tempo non rispettano i confini nazionali: vale tanto per i rifiuti di plastica quanto per i meccanismi che possono accelerare la crisi in corso. In altre parole: quello che succede in Artico non resta in Artico. Vediamo perché.

Ricordate la meraviglia di Conan Doyle di fronte al contrasto fra la superficie del ghiaccio, candida e luminosa, e quella blu del mare, cupa e profonda? Bene, è utile per comprendere un fenomeno che, insieme a molti altri, è responsabile del riscaldamento globale.

Gli scienziati lo chiamano feedback ghiaccio-albedo. Per capire come funziona però bisogna fare un passo indietro e capire che cos’è un feedback (in italiano si utilizza il termine retroazione). È una parola che oggi viene usata spesso in ambito lavorativo: avrete di certo sentito frasi come «Dammi un feedback» oppure «Aspetto il tuo feedback sulla relazione che ti ho mandato». Sebbene il significato scientifico sia leggermente diverso, il concetto generale è il medesimo. Un feedback infatti è un effetto che si realizza quando il risultato di un sistema si riflette sul sistema stesso per modificarne il funzionamento. Esistono feedback positivi e negativi: i primi autoalimentano il sistema, i secondi lo regolano fino a sopprimerlo. Capisco bene che detta così è un po’ difficile da afferrare, ma una volta passati all’esempio, il fenomeno sarà chiarissimo.

Vi è mai capitato, ad esempio in montagna, che la neve o il ghiaccio vi abbagliassero? Probabile, perché la loro capacità di riflettere i raggi solari è molto elevata (è il motivo per cui d’inverno in montagna indossiamo gli occhiali da sole e ci mettiamo la crema solare). Riflettendo la luce solare, queste superfici bianche sono in grado di riflettere anche il calore. Un fenomeno che prende il nome di albedo e varia a seconda del materiale riflettente. L’asfalto ha un’albedo molto bassa (infatti se c’è il sole si scalda moltissimo) mentre per ghiaccio e neve è massima (avete mai toccato neve calda?). Per la Terra è un’ottima notizia avere molte superfici coperte da ghiaccio e neve, perché riescono a riflettere parte della luce e del calore solare in arrivo. Questo e altri sistemi impediscono al pianeta di scaldarsi troppo e di avere una temperatura media in grado di consentire lo sviluppo e il mantenimento della vita. Il problema è che noi esseri umani abbiamo alterato questo meccanismo di regolazione, compromettendolo. Dato che la Terra si sta riscaldando a causa delle emissioni di anidride carbonica e altri gas, le superfici bianche come i ghiacciai sulle montagne e le banchise polari stanno scomparendo, lasciando il posto ad altre assai meno riflettenti, come l’acqua di mare (qui torna utile ricordare il blu scuro di Conan Doyle). Ecco



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