In Sardegna. Un viaggio musicale by Paolo Fresu

In Sardegna. Un viaggio musicale by Paolo Fresu

autore:Paolo Fresu [Fresu, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


6 luglio

Nuoro – Ospedale San Francesco

SALVATORE MALTANA & PAOLO FRESU

Carbonia – Miniera di Serbariu

PORGY AND BESS

Questa mattina all’ospedale di Nuoro la cappella è gremita di pazienti, personale medico, curiosi e appassionati. Saranno un centinaio e c’è molta attenzione.

Chi si è dato da fare per organizzare questa matinée è il dottor Angelo Palmas, presidente dell’Ente musicale di Nuoro, che da ventitré anni organizza i Seminari di jazz con la mia direzione.

Fu la cantante lirica Antonietta Chironi a chiedermi nel lontano 1989 di proporre qualcosa per la città, e io proposi un seminario che da allora ha ospitato diverse migliaia di giovani che in estate affluiscono a Nuoro e la città, per undici giorni, diventa la capitale della didattica jazzistica.

Antonietta se n’è andata troppo presto, stroncata da un tumore. Come Maria Carta, conosceva perfettamente il repertorio tradizionale e ne intuiva le potenzialità in un periodo, quello degli anni settanta e ottanta, in cui persisteva ancora una divisione netta tra musica colta e musica etnica.

Nella cappella del San Francesco sono seduti in prima fila alcuni degenti del reparto di psichiatria. A Pinuccia, che ha compiuto gli anni, dedichiamo No Potho Reposare con flicorno e contrabbasso. Alcuni la stanno cantando dentro e si sente nell’aria. Lei è visibilmente emozionata e le faccio un autografo su un fazzolettino da naso che mi porge con la mano insicura e tremante.

Alla fine una signora minuta, con i capelli cortissimi, si avvicina. “Bravi e complimenti,” ci dice, “sembravate al lavoro in un campo di cotone come ‘Lus’ Armstrong.” Lo dice toccando la mano a Salvatore Maltana che è arrivato apposta da Alghero per suonare con me. La signora minuta con i capelli cortissimi parla con Salvatore, con me al fianco, per una decina di minuti, convinta che lui sia me e noi ridiamo. Alla fine anch’io le porgo la mano. “Glielo dice anche lei a Paolo Fresu che è bravo e che è il nostro orgoglio?” mi raccomanda quando la cappella è ormai vuota e tutti sono andati a pranzo.

Anche molti dei componenti dell’Orchestra Jazz della Sardegna sono passati nei nostri seminari e stasera, nella grande miniera di Serbariu, indosseranno i caschi dei minatori. Rossi per le trombe, gialli per i tromboni, blu per corni e ance, variopinti per la sezione ritmica. Io ho scelto un casco giallo perché fa pendant con la T-shirt della Cooperativa dei diversamente abili di Mantova che mettiamo in vendita tutte le sere, mentre Giovanni Agostino Frassetto, il direttore d’orchestra, porterà un casco con la luce a batteria a illuminare la partitura di George Gershwin.

Nel pomeriggio scendiamo nelle viscere della terra sotto la guida esperta di Mauro Villani. La miniera di Serbariu è stata una delle più grandi risorse energetiche dell’Italia fascista e nel 1948 vi si svolse uno degli scioperi più lunghi della storia del nostro Paese: durò settantadue giorni. La miniera è stata definitivamente chiusa nel 1971, e solo a partire dai primi anni del Duemila è stata convertita in uno straordinario museo che ci fa comprendere cosa abbia significato essere minatori in Sardegna e nel mondo in quegli anni.



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