Ingiustizia è fatta by Fiorella Borin

Ingiustizia è fatta by Fiorella Borin

autore:Fiorella Borin [Fiorella Borin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-03-14T00:00:00+00:00


Il Savio rimise il dispaccio fra le mani del doge, che aveva lo sguardo pensieroso.

– Qualcosa vi turba, Vostra Serenità? – gli domandò il magistrato di Cannaregio.

– Un ricordo – rispose il doge. – Un ricordo molesto – aggiunse, scuro in volto.

– Se Vostra Serenità volesse mettercene a parte… – lo blandì il più curioso.

– Ebbene – disse Domenico II Contarini – il doge non deve avere segreti con i membri del Consiglio dei Dieci, e io non vi nasconderò nulla. Qualcuno dei presenti – e puntò lo sguardo sui consiglieri più anziani, tre dei quali erano ottuagenari – forse ricorda che a Venezia nel lontano 1622, o forse era il ’23… o il ’21… all’epoca io avevo una quarantina d’anni… il principe di Condè organizzò un banchetto cui seguì un ballo, in un palazzo della Giudecca. A questo sfarzoso ricevimento intervenne, come ospite d’onore, l’ambasciatore turco. E, per rallegrare gli animi, compiacere gli occhi e scaldare i sensi, vennero invitate anche dodici delle principali cortigiane della città.

– Dodici cortigiane! Come ad Agnone… – ripeté qualcuno, con un’espressione a metà fra il sorpreso e il divertito.

– Proprio così – confermò il doge. – E, se la memoria non mi falla, a quella cena galante partecipò anche un cavaliere forestiero, ma di origine veneziana, all’epoca molto giovane, ma di sangue nobile e ardente. Fin troppo ardente, direi.

– Chi? – domandarono in molti.

– Il conte Minutolo – rispose il Serenissimo.

Si alzò un vocio disordinato da tutti i presenti. Il doge li zittì con un cenno della mano.

Il magistrato di Santa Croce prese la parola. – Dunque voi sospettate che, a distanza di quarantasette anni o giù di lì, il conte Minutolo abbia voluto replicare nel suo palazzo di Agnone la festa che tanto aveva eccitato i suoi sensi quando era poco più che un ragazzo, e per questo abbia fatto venire da Venezia dodici cortigiane?

– Il doge non sospetta. Il doge espone un ricordo – replicò con durezza il Contarini.

– Ma, se dovesse sospettare… – lo stuzzicò il più malizioso.

– Ecco, in tal caso il doge sospetterebbe che se quasi cinquant’anni fa a Venezia l’ospite d’onore fu un turco, il mese scorso ad Agnone fosse il Diavolo. – Spianò le labbra in un sorriso velato di tristezza. – Ma il doge è vecchio e stanco, e nella sua lunga vita ha imparato che i sospetti sono una sostanza eterea, volatile e impalpabile, e i fatti sono invece di competenza della Magistratura. Non cediamo alla tentazione di dare credito al primo pensiero che ci salta in mente, teniamo i nervi saldi e restiamo in attesa della prossima informativa da Agnone. Pertanto, dichiaro conclusa la seduta odierna.

Tutti annuirono. Ma il seme del dubbio era stato gettato e cominciava a germogliare.



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