Jacq Christian - Il romanzo di Kheops vol.3 - Il Ladro Di Ombre (1998) by Jacq Christian

autore:Jacq Christian [Jacq Christian]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804452867
Amazon: 8804452862
editore: Mondadori
pubblicato: 1999-12-31T23:00:00+00:00

Il gabinetto dell'interprete dei sogni era dipinto di nero e avvolto dall'oscurità. Distesa su una stuoia, a occhi chiusi, Silkis si apprestava a rispondere alle domande del siriano, la cui clientela consisteva unicamente di ricche e nobili dame. Anziché diventare operaio o mercante, Il siriano si era dedicato allo studio dei libri di magia e delle chiavi dei sogni, ben deciso a placare le angosce di alcune sfaccendate, in cambio di una ben meritata retribuzione. In una società felice e libera, i pesci non erano facili da prendere, ma una volta entrati nella sua rete, non ne uscivano più. Per essere efficace, il trattamento doveva essere di durata illimitata, vero? Una volta stabilito tale principio, gli bastava interpretare i fantasmi delle sue pazienti, in maniera più o meno rozza. Se squilibrate venivano da lui, squilibrate se ne andavano. Perlomeno lui ne radicava la follia, più o meno grave, e aumentava la propria fortuna. Fino a quel momento il suo unico avversario era stato il fisco, infatti il siriano pagava gravose imposte per poter continuare la sua attività senza fastidi. Ma la nomina di Neferet alla carica di medico in capo del regno era per lui fonte di inquietudine: stando a informazioni attendibili, Neferet non era corruttibile e non dava prova della benché minima indulgenza nei confronti dei ciarlatani suoi pari.

— Hai sognato molto negli ultimi tempi? — chiese alla dama Silkis.

— Visioni orribili. Avevo in mano un pugnale e lo piantavo nel collo di un toro.

— E il toro come reagiva?

— La mia lama si rompeva e il toro si rivoltava e mi calpestava.

— Con tuo marito, hai rapporti... soddisfacenti?

— E' tutto preso dal lavoro, e così stanco che si addormenta subito. E quando gli viene la voglia, ha sempre fretta, troppa fretta.

— Devi dirmi tutto, dama Silkis.

— Sì, sì, capisco...

— Hai mai maneggiato un pugnale?

— No.

— Un oggetto simile?

— No, non mi sembra.

— Un ago ?

— Un ago, sì!

— Un ago di madreperla?

— Oh, ma certo! Io so tessere, e quello è lo strumento che preferisco.

— Te ne sei servita per aggredire qualcuno?

— No, ti giuro di no!

— Un uomo di una certa età... Ti volta la schiena, tu ti accosti senza fare rumore e gli pianti l'ago di madreperla nel collo...

Silkis urlò, si morse le dita, si contorse sulla stuoia. Sconvolto, l'interprete dei sogni fu sul punto di chiamare aiuto. Ma la crisi isterica fu passeggera. Grondante di sudore, Silkis si mise a sedere.

— Io non ho ucciso nessuno — affermò con voce rauca, da allucinata. — Non ne ho avuto il coraggio. Ma domani, se BelTran me lo chiedesse, lo troverei. Per tenermelo, accetterei.

— Tu sei guarita, dama Silkis.

— Co... cosa dici?

— Non hai più bisogno delle mie cure.

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