James Patterson, Maxine Paetro by Il giorno della giustizia

James Patterson, Maxine Paetro by Il giorno della giustizia

autore:Il giorno della giustizia
Format: epub


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Conklin e io ci sedemmo fianco a fianco alla vecchia scrivania della sala operativa con il computer davanti. Lo schermo era la nostra finestra sulla sala interrogatori della divisione Crimini violenti del Dipartimento di polizia di Chicago.

Era la prima volta che vedevamo il sergente Stanley Richards. Dimostrava una quarantina d’anni, statura e corporatura media, accenno di barba, atteggiamento nervoso e mani in tasca.

Le tirò fuori e si sedette su una seggiola a oltre tremila chilometri da noi. Era insieme con la collega Sandra Wilson, nera, giacca blu molto simile alla mia, camicia bianca di taglio maschile, leggero sorriso e l’espressione pacifica che avrei tanto voluto avere io. Sembrava calma, rilassata e imperturbabile.

Jacob Stoll era seduto di fronte ai due ispettori, spaparanzato su due seggiole e con le braccia conserte sul tavolo. Dalla postura si sarebbe detto che avesse in mano la situazione, se non addirittura che in quella stanza comandasse lui.

Rimasi delusa nel vedere con i miei occhi che Stoll non era un nome d’arte di Leonard Barkley. Se quest’ultimo assomigliava vagamente a Fidel Castro, Stoll aveva la faccia rotonda ed era molto più alto. Aveva un gran sorriso stampato sul volto, che contrastava con il sorrisetto dell’ispettore Wilson, che sembrava quello della Gioconda.

«Sa che lei è proprio una bella donna?» le disse Stoll.

«Jacob? Mi scusi, posso chiamarla Jacob? Potrebbe dare un’occhiata a questa?» disse Wilson senza scomporsi.

Sollevò lo smartphone per mostrargli una foto. La riconobbi: era quella del cadavere sul lungofiume. Secondo il verbale della polizia, e come evidenziato dallo stato della sua camicia, il proiettile gli aveva trapassato il cuore. Richards ci aveva detto che l’uomo aveva in spalla uno zainetto pieno di eroina.

«Permette?» disse Stoll e, senza aspettare risposta, le prese di mano lo smartphone e lo guardò a lungo. Poi glielo restituì.

«Non lo riconosco, perlomeno non da questa angolazione. Non posso giurare che non sia uno dei tremila soldati con i quali ho fatto l’addestramento o il servizio attivo. So una cosa, però: se controllate il mio fucile, vedrete che non è stato usato da un bel po’. Mi avete fatto lo stub e avete visto che non ho sparato di recente. Cos’altro volete?»

«Sapere dov’era stamattina alle sei e mezzo, per esempio» rispose Richards.

«Perché? Lo hanno ammazzato a quell’ora?»

«Dov’era, Stoll?»

«Al deposito dei bus in South Blue Island Avenue a bere il caffè, ridere e scherzare con tre colleghi e il mio supervisore, Jesse Kruse. Abbiamo pulito i bus e alle sette ho cominciato il mio giro, che non passa minimamente da quelle parti. Ho caricato trentasei bambini e li ho portati a scuola. C’è talmente tanta gente che può testimoniare dove mi trovavo che per riuscire a parlare con tutti non vi basterebbe una settimana» rispose.

E subito dopo aggiunse: «Adesso vi faccio una domanda io: abbiamo finito? Perché se c’è dell’altro voglio il mio avvocato; se invece è tutto, vi pregherei di restituirmi il fucile, così posso tornare a farmi i fatti miei».

«Ricorda che le ho letto i suoi diritti?» domandò Richards.

«Certo che me lo ricordo. Ma questa cosa è ridicola.



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