Kazakistan: fine di un'epoca by Fabrizio Vielmini

autore:Fabrizio Vielmini [Vielmini, Fabrizio]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-03-23T16:10:25+00:00

Parte II

La “Nuova Guerra Fredda”

e la fine del regime di Nazarbaev: verso quale Eurasia?

5.

Il Kazakistan:

test delle ambizioni eurasiatiche della Russia

Per cosa e per quale futuro? Qual è la necessità per l’imminente conquista dell’Asia? Cosa dobbiamo fare là? Questo è necessario perché la Russia non è solo in Europa, ma anche in Asia; perché il russo non è solo europeo, ma anche asiatico. Non solo: in Asia, forse, abbiamo ancora più speranze che in Europa. Non solo: nei nostri destini futuri, forse l’Asia è il nostro principale sbocco!475

Feder Dostoevskij

Dopo il crollo dell’URSS, la Russia di Eltsin aveva cercato il distacco dalla periferia centroasiatica a cui la collega il Kazakistan percependo negativamente la regione come un insieme inestricabile di problemi, zavorra per la chimerica integrazione del Centro occidentale. Di fronte al rifiuto di quest’ultimo ed ai contraccolpi per un disinteresse strategico verso terre consustanziali alla storia dello Stato russo, strettamente interconnesse al suo tessuto produttivo ed infrastrutturale, portano i russi a riconcentrarsi sull’“estero vicino”, di cui il Kazakistan rappresenta per la porzione principale. La politica estera del ministro e poi premier Evgeny Primakov (1996-1999) fa di questo spazio una priorità, prima per la sicurezza e la stabilità economica interna della Russia e poi per la sua affermazione quale potenza in un ordine internazionale multipolare. Tale dottrina viene fatta propria dal successore Vladimir Putin. Sin dai primi passi al potere, quest’ultimo ha costruito una solida relazione personale con Nursultan Nazarbaev. Russia e Kazakistan hanno costruito insieme alla Bielorussia il nucleo dell’integrazione post-sovietica. I rapporti fra i due regimi hanno seguito le oscillazioni della politica estera putiniana, dalle iniziali aspirazioni europeiste al confronto con l’avanzata della NATO, per poi essere investiti in pieno dalle conseguenze della crisi in Ucraina che rischiano oggi di farli deragliare con conseguenze gravissime per la stabilità dell’area post-sovietica e dell’Eurasia tutta.

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