Koh-i-Nur by William Dalrymple & Anita Anand

Koh-i-Nur by William Dalrymple & Anita Anand

autore:William Dalrymple & Anita Anand [Dalrymple, William & Anand, Anita]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2020-05-20T16:00:00+00:00


Verso il 1840 gli inglesi erano i padroni geopolitici indiscussi di gran parte dell’India. Attraverso commerci e conquiste, i loro territori si erano rapidamente estesi da Madras, nel Sud-Est dell’India, fino al fiume Sutlej, il confine naturale con il regno sikh, a nord. Il possente esercito di Ranjit Singh aveva fermato ogni ulteriore acquisizione territoriale, ma la sua morte e gli anni turbolenti che seguirono avevano gravemente indebolito la fortezza Punjab.

Nel 1843, lo stesso anno in cui Duleep fu consacrato, il numero di soldati della Compagnia delle Indie Orientali a sud del Sutlej cominciò ad aumentare. Agenti britannici avvicinarono Jindan, disposti a sostenere la sua reggenza, e al tempo stesso avanzarono profferte agli uomini più potenti della corte reale, offrendosi di aiutarli a spodestarla. Rani Jindan e il maharaja Duleep Singh erano attorniati da uomini amareggiati e ambiziosi, e alcuni dei più anziani si rivelarono estremamente facili da persuadere.

Tre mesi dopo l’uccisione di Jawahar, zio di Duleep, quando il risentimento tra Jindan e il Khalsa era ancora rovente, gli inglesi fecero la loro mossa. Mobilitando uomini addirittura dal Bengala Occidentale, trasformarono i loro accampamenti relativamente piccoli in riva al Sutlej in un esercito vero e proprio. I sikh interpretarono quella evidente concentrazione di truppe come un atto ostile, e l’11 dicembre 1845 la cavalleria sikh attraversò il Sutlej per allentare la pressione degli inglesi. Due giorni dopo, adducendo a pretesto lo sconfinamento nel suo territorio, il governatore generale britannico Sir Henry Hardinge dichiarò guerra al Punjab.

Mentre imperversavano le battaglie della Prima guerra anglo-sikh, né Duleep né Jindan sapevano che due dei più potenti uomini della loro corte li avevano già traditi. Dopo che Jawahar Singh era stato ucciso, Lal Singh, che lo aveva sostituito nel ruolo di visir, rivelò alle spie inglesi la posizione delle batterie di artiglieria di Duleep, il numero di soldati impiegati, e i loro piani. Tej Singh, comandante delle armate di Duleep, fece di peggio. La battaglia di Ferozeshah, che infuriò per due giorni tra il 21 e il 22 dicembre 1845, fu una delle più cruente mai combattute dall’esercito britannico, che subì perdite ingenti. A corto di munizioni e di viveri, il governatore generale Hardinge si trovò intrappolato sulla linea del fronte. Bersagliati per tutto il giorno da un fuoco ininterrotto di artiglieria pesante, i suoi uomini non trovarono tregua neppure dopo il tramonto. I sikh continuarono a bombardare la sua posizione con un «cannoneggiamento spaventoso» che illuminava il cielo all’imbrunire. Hardinge descrisse le lunghe ore prima dell’alba come «una notte di terrore».4 Temendo che i sikh occupassero da un momento all’altro la sua posizione, ordinò che fossero bruciati i suoi documenti ufficiali, un protocollo che scattava quando la sconfitta era certa. Quindi regalò il suo più prezioso effetto personale, una spada appartenuta a Napoleone Bonaparte, al suo aiutante di campo.

Quello era il momento in cui i sikh avrebbero dovuto assestare il colpo decisivo, ma, anziché avanzare, il loro generale, Tej Singh, ordinò la ritirata. In seguito sosterrà di avere tentato di accerchiare il nemico,



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