La battaglia impossibile. L'impero by Anthony Riches

La battaglia impossibile. L'impero by Anthony Riches

autore:Anthony Riches [Riches, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-05-11T21:00:00+00:00


Capitolo 8

Era già pomeriggio inoltrato quando un gruppo di persone, risalendo a cavallo la collina bagnata dalla morbida luce dorata del sole calante, domandò di parlare con Scauro, il quale, prima di decidersi a rispondere alla convocazione che avevano perentoriamente formulato, li aveva fatti attendere abbastanza a lungo, mentre terminava un piatto di carne di cavallo. Il legato era sceso dalla collina passeggiando dalla tenda del comando fino allo schieramento dei legionari a guardia della linea difensiva, in compagnia di Giulio, di una centuria di soldati equipaggiati di tutto punto e di un paio di prigionieri incappucciati, e vi aveva trovato una dozzina di catafratti armati di lancia che attendevano imperturbabili alle spalle di due uomini coperti da lussuose armature in sella a cavalli magnificamente adornati.

«Buona sera, altezze. Che ne direste di unirvi a me? Ho il collo un po' rigido dopo una giornata passata a guardare dall'alto i vostri sforzi fallimentari di farmi sloggiare da questo trespolo...».

Attese in silenzio mentre Narsai e Wolgash si guardavano l'un l'altro e smontavano da cavallo come da suo suggerimento, e sorrise appena all'espressione amara di Narsai, che si era visto privare della sua posizione sopraelevata.

«Noi esigiamo che...».

«Tu esigi, re Narsai? Non credevo fossi nella posizione di esigere qualcosa. Che cos'è che vorresti domandarmi?».

Narsai fece un respiro profondo prima di rispondere, chiaramente non era abituato a vedere interrotti i suoi pronunciamenti.

«Libera mio cugino, poi potremo negoziare la tua partenza da questo posto. Sono disposto a concederti...».

Scauro sollevò una mano per fermarlo, scuotendo la testa sinceramente divertito.

«Lasciami indovinare. Sei disposto a concedere alla mia legione di tornarsene a ovest, purché ti cediamo i prigionieri. È così, vostra altezza?».

Narsai rimase in silenzio, guardando in modo torvo il romano.

«Considererò il tuo silenzio come una conferma della mia ipotesi, va bene? Quindi se sarò così gentile da consegnarti molti dei prigionieri che attualmente trattengo tu sarai così generoso da farmi fuggire a Zeugma, giusto?».

Wolgash aprì la bocca per parlare, ma fu messo a tacere a sua volta dal braccio alzato di Narsai.

«Cogli l'occasione ora che puoi, romano. L'alternativa è...».

Scauro scosse la testa con enfasi.

«No. L'alternativa, altezza, è restarcene qui, mangiare un altro po' dell'eccellente carne di cavallo che siete stati tanto generosi da consegnarci sotto casa e aspettare per vedere chi di noi due batterà ciglio per primo. E prima che tu emetta moniti tremendi riguardo a ciò che farai a noi tutti, quando alla fine ci saremo arresi, lascia che ti rammenti una cosa o due».

Con un gesto della mano indicò il fianco della collina, e il fronte ininterrotto di legionari che riposavano ai loro posti pronti a difendere la posizione.

«Innanzitutto, noterai che la mia legione, di fatto, è ancora intatta. I vostri arcieri non sono riusciti a perforare i nostri scudi, i vostri catafratti non sono stati in grado di fare di meglio che andare incontro a una sanguinosa disfatta contro le nostre difese, e la vostra fanteria... Dèi degli inferi, che cosa avevate in mente? Possedevate tutti gli elementi per vincere, ma ce li avete mandati contro uno alla volta, dilapidandone la forza».



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