La bella stagione by Roberto Mancini Gianluca Vialli

La bella stagione by Roberto Mancini Gianluca Vialli

autore:Roberto Mancini, Gianluca Vialli
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-04-22T12:00:00+00:00


Classifica di Serie A dopo la 13a giornata

Inter 19

Juventus 18

Sampdoria* 17

Milan* e Parma 16

(* una partita in meno)

18

Il satanasso e l’acquasanta

Nella settimana di Natale le vie e i vicoli di Genova si animano di persone, e la città recupera, come per incanto, tutto il suo fascino antico. Qui non ci sono i grandi centri commerciali, non saprebbero dove costruirli – li faranno, poi, negli antichi stabilimenti del cotone e più in giù, a Fiumara –, ma nel 1990 è ancora il momento dei carruggi e delle piazzette, delle luminarie stese tra i balconi come file di stelle, degli artigiani musoni, delle scatole di pesce fresco che sgocciolano mare sotto il cemento della sopraelevata. Arrivano le bancarelle in via del Campo e di Caricamento, De André (di cuore genoano) canta dalle radio e in televisione impazza Paolo Villaggio (di cuore sampdoriano), c’è il mercato grande in piazza della Vittoria per chi si vuole vestire e basta, e le vetrine più omologate e internazionali sotto i portici di via XX. Altrimenti, ci si prende sottobraccio e ci si muove a tema, per mettersi addosso un po’ di storia: le scarpe si comprano da Stagno, con le calze di filo antico, ci si veste tra le cassettiere liberty di Finollo, si sceglie un orologio o un gioiello da Arduino. Per la maglietta a righe tipica genovese si deve scendere al mare, fin da Lucarda, che sta lì, a Sottoripa, almeno dal 1920. Per le tende e i mezzeri da buttare sui divani c’è Rivara, davanti alla cattedrale di San Lorenzo, con le sue strisce beffarde bianche e nere, per fortuna orizzontali. Le botteghe sono divise per arti e mestieri, come erano nel Medioevo: gli argenti sono attorno alla stazione di Brignole (Gismondi), i vetri in piazza delle Scuole Pie (da Bottaro). Gli speziali nei vicoli. La farmacia operaia Sormani, la drogheria di Torielli, gli Alvigini, Viganego. O, per chi la conosce, la farmacia Sant’Anna, gestita da trecento anni dal convento dei frati carmelitani.

Si prepara il pranzo, scegliendo i tagli di carne da Nico, la trippa da Casana, i polli dal vecchio Aresu. Si mettono in fila i dolci di Viganotti, Marescotti, gli attrezzi di cioccolato di Profumo, Mangini, Romanengo. E poi il piatto che non può mancare sulla mensa natalizia di ogni genovese: il cappon magro, un virtuosismo gastronomico con tanti ingredienti quante le figurine di un album Panini, che però in bocca si sentono, incredibilmente, tutti. Molti lo comprano da Bruciamonti, in via Roma, altri da De Micheli, in via dei Macelli di Soziglia. Naturalmente ognuno sostiene che la “vera” ricetta è la sua. E siccome tutti e due sono lì da quasi un secolo, neanche Lanna, che è genovese, sa chi ha ragione. Ogni bottega è un nome, ogni nome è una persona, una famiglia, un erede, una dinastia del mestiere, che ti conosce e sa chi sei, e, spesso, fa anche il tifo per te.

E ti lascia in pace, soprattutto. Ti lascia il tempo di perdere tempo, perché è Natale.



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