La caduta di Gondolin by J.R.R. Tolkien

La caduta di Gondolin by J.R.R. Tolkien

autore:J.R.R. Tolkien
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Bompiani


Tuor si trattenne per più giorni nel Nevrast e ciò gli parve una cosa buona, poiché quella terra, che le montagne riparavano dal Settentrione e dal Meridione e che era vicina al mare, era più mite e più gentile delle pianure di Hithlum. Essendo un cacciatore nelle terre selvagge, da tanto tempo era abituato a vivere da solo e là non mancava certo il cibo; poiché la primavera era in pieno rigoglio nel Nevrast e l’aria era piena del rumore degli uccelli, sia di quelli che vivono in moltitudini sulle rive sia di quelli che pullulavano nelle paludi del Linaewen nel mezzo della terra cava, ma in quei giorni non si udiva, in tutta quella solitudine, né voce di Elfo né voce d’Uomo.

Sull’orlo del grande lago giunse Tuor, ma le sue acque erano fuori dalla sua portata, a causa degli ampi acquitrini e delle foreste di canne prive di sentieri che si distendevano tutt’attorno; e presto volse le spalle e tornò verso la costa, poiché il mare lo attraeva a sé ed egli non era disposto a restare a lungo là dove non poteva udire il suono delle sue onde. E in quel litorale Tuor rinvenne per la prima volta le tracce dei Noldor del tempo che fu. Poiché, tra le alte scogliere scavate dal mare a sud di Drengist, v’erano molte piccole baie e insenature riparate, con spiagge di sabbia bianca fra le rocce che rilucevano nere e, scendendo fino a quei luoghi, Tuor trovò spesso tortuose scale tagliate nella roccia viva; e, presso l’orlo dell’acqua, erano moli rovinati, costruiti con grandi blocchi strappati alle scogliere, dove un tempo avevano attraccato navi elfiche. Tuor rimase a lungo in quelle regioni, osservando il mare cangiante, mentre, da primavera a estate, lento si trascinava l’anno, sinché l’oscurità si fece più fitta nel Beleriand e si avvicinò l’autunno del destino di Nargothrond.

E, forse, gli uccelli scorsero di lontano l’inverno incipiente, perché quanti erano soliti volare verso Sud si raccolsero per partire presto, mentre gli altri, che solevano dimorare a Nord, giunsero al Nevrast dalle loro case. E un giorno, mentre Tuor sedeva sulla spiaggia, udì il lamentoso, rapido battito di grandi ali e sollevò lo sguardo e vide sette cigni bianchi volare verso Meridione in una formazione che ricordava un cuneo. E quando giunsero sopra di lui, ruotarono su sé stessi e volarono di colpo verso il basso e atterrarono creando un gran sommovimento e una grande agitazione nell’acqua.

Tuor amava i cigni, che conosceva sulle grigie pozze d’acqua del Mithrim; e, inoltre, il cigno era stato l’emblema di Annael e del suo popolo adottivo. Egli si levò dunque per salutare gli uccelli e li chiamò, provando meraviglia nell’osservare quanto essi fossero più grandi e più alteri di qualunque altro esemplare della loro razza egli avesse visto sino ad allora; ma essi sbatterono le ali ed emisero aspre strida, come se fossero irati contro di lui e volessero cacciarlo dalla spiaggia. Poi, con grande rumore, si levarono dall’acqua e volarono sopra la sua



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