La casa al civico 6 by Nela Rywiková

La casa al civico 6 by Nela Rywiková

autore:Nela Rywiková [Rywiková, Nela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Le Assassine
pubblicato: 2020-12-09T15:00:02+00:00


“In questo palazzo abitano solo canaglie!” gridò a un tratto la Vranovská infuriata, facendo dei vicini di tutt’erba un fascio.

“Secondo lei anche Prchal era una canaglia?”

“Quello era matto. Voleva sempre organizzare qualcosa e si inventava delle puttanate.”

“Che cosa si inventava?”

“Ma non lo so, non me lo ricordo più. Diceva sempre che dovevamo chiedere al Comune di riparare l’intonaco e l’appartamento di sotto e le finestre e Dio sa cos’altro. E perché poi? Ci diano piuttosto dei nuovi appartamenti e demoliscano questo bordello, magari con tutta la gente dentro” urlò forte apposta per farsi sentire da tutto il palazzo. “E soprattutto quella sgualdrina!” Si dimenava e serrava le dita da vecchia sul manico del bastone, tanto che le nocche le diventarono tutte blu. Batteva a turno il bastone a terra e il piccolo pugno sul tavolo di formica.

“Pensavo che non volesse che demolissero la casa.”

“Ma per favore. Lo odio questo posto. Si guardi intorno, che razza di feccia abita qui! Zingari, puttane, lei vorrebbe abitarci?”

E vecchie velenose, pensò Vejnar. “Solo di recente, quando ho parlato con lei, erano tutte brave persone” le ricordò. La vecchia lo fulminò con uno sguardo malevolo. La ignorò e continuò: “Prchal voleva proteggere questa casa dalla demolizione e farla registrare tra i monumenti, lo sa?”.

“Già, gliel’ho detto che era matto. Che monumento vuole che sia?” chiese allargando le braccia. “Una volta in questa casa abitava gente ammodo, certo. Capisquadra come mio marito. Poi ci hanno trasferito questa gentaglia e lasciano che ci crolli sulla testa.”

“Vi offrono di riscattarla per poche migliaia di corone, e poi avreste diritto al denaro per ristrutturarla.”

“Lei è come Prchal! Santo cielo, io sono una pensionata, giovanotto! Dove li prenderei i soldi! Lo sa come è tutto caro oggi? Guardi solo i prezzi delle scarpe! Quanto pensa che prenda di pensione?”

“Perché non lo dice a suo figlio che è ben ricco?”

A quel punto lo guardò esterrefatta. Di colpo impietrì. Fece apparire di nuovo come per magia la linea tremolante al posto della bocca, questa volta si mise a tremare anche il suo piccolo mento raggrinzito: “Ho detto che non ho un figlio”.

“So che ce l’ha, e ho parlato con sua nipote.”

“Siete tutti dei furfanti dal primo all’ultimo, anche Prchal era un furfante e un mascalzone!”

Vejnar provò ancora a buttare lì un’ultima domanda, prima che la vedova si ritirasse completamente nel suo guscio: “La Matuševičová aveva una relazione anche con Prchal?”.

La Vranovská lo guardò con un tale disgusto, come se avesse pronunciato qualcosa di particolarmente volgare o viscido. “Be’, questa poi…” farfugliò. “Vada, vada, le ho già detto tutto, non so altro!”

Si alzò e con il bastone diede un colpetto alla gamba di Vejnar nel tentativo di spingerlo fuori dall’appartamento. Lui non si mosse neanche. Dopo quell’inutile lotta la donna batté in ritirata e si infilò in camera da letto, dove si chiuse davanti all’importuno detective. Vejnar uscì. Sbatté la porta alle spalle e andò dritto dalla Matuševičová, l’unica finora ad avere evitato di farsi interrogare da lui.



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