La cena di Natale by Luca Bianchini

La cena di Natale by Luca Bianchini

autore:Luca Bianchini
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788852045790
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


15

Nancy aveva guardato quel cielo bianco, sentendolo per una volta amico. Il silenzio della neve ovattava anche i battiti del suo cuore. Si era vestita di nero ma aveva scelto una sciarpa rosa, perché non voleva rinunciare alla propria femminilità. Cercò di non pensare al suo flop dentro il trullo, e anzi si era sentita sollevata quando Tony le aveva dato appuntamento a vico Caverna, lontano da occhi indiscreti. Era a due passi da casa sua, ma in un cortiletto cieco di case per lo più disabitate, per cui correva pochissimi rischi che qualcuno la vedesse. Anche se, nei piccoli paesi, il pericolo è sempre dietro l’angolo.

Per fortuna trovò subito l’ingresso e si fermò. Tony le aveva scritto che non avrebbe dovuto suonare, perché avrebbe lasciato la porta accostata.

Prima di entrare ripensò ai vani tentativi in bagno con il regalo di Carmelina prima, e con le dita poi. Odiava quell’imene con tutta se stessa: era lui il filo sottile che la separava da tutte le ragazze della sua età. Trovò il “respiro zen” e si fece il segno della croce: non sarebbe uscita da quella casetta se prima non se ne fosse liberata.

Carmelina, che ormai si sentiva la Barbara Alberti delle adolescenti, l’aveva solo avvertita che Tony l’avrebbe potuta usare, che sarebbe stato più utile aspettare la persona giusta, perché se lo sarebbe ricordato per il resto della vita. E le aveva insinuato il dubbio che nel trullo non aveva voluto “accontentarla” solo per non illuderla.

Ma Nancy ormai ne aveva fatto una questione di principio. Bevve un sorso di Baileys da una bottiglia di plastica – la vodka al melone le aveva portato sfiga – ed entrò.

Tony era seduto sul divano tranquillo che stava giocando a Candy Crush sul telefonino: era così concentrato che le disse solo «Ehi bella, sei arrivata…» senza neanche alzare la testa. Lei, incredibilmente, si rilassò. C’erano molte candele, anche se spente, un divano, un abat-jour, un fischietto di Matera e un piccolo tavolino. Mentre lui finiva la partita, lei prese tempo togliendosi il piumino, perché la faceva sembrare troppo grassa. La maglia nera le fasciava le tette e il freddo le aveva ravvivato le guance. Si stava guardando in un piccolo specchio quando Tony la sorprese da dietro, le mise le mani sugli occhi e cominciò a baciarle il collo.

«Sei tornata, piccola… vieni qui… fatti baciare.»

E lei, per un attimo, pensò che lui potesse sentire l’odore del Baileys.

«Posso andare in bagno un attimo?»

«Come vuoi, baby… io sono qui al tuo servizio.»

Nancy prese la borsa, dove aveva messo spazzolino, dentifricio e collutorio, e per dieci minuti si spazzolò i denti con grande accuratezza. Uscì che sapeva così tanto di mentolo che sembrava appena stata dal dentista. Ma Tony non ci fece caso e nel frattempo aveva acceso tutte le candele. Era così eccitato che non capiva più niente. La prese con dolcezza e iniziò a sussurrarle solo: «Non devi pensare a niente perché ci sono io…». Lei provò a recitare la parte della disinvolta ma lui conosceva troppo bene le ragazze per sapere quanta paura ancora avesse.



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