La compagnia delle illusioni by Enrico Ianniello

La compagnia delle illusioni by Enrico Ianniello

autore:Enrico Ianniello [Ianniello, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788807033261
Google: Vcp-DwAAQBAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2019-01-08T23:00:00+00:00


5.

Bellezza mia

“Voglio una parte in una delle tue commedie.”

“In che senso?”

“Non dici sempre che io sono capace a improvvisare? Che tengo lo spirito adatto? Che se canalizzo tutto l’odio che tengo dentro posso creare ottime cose?”

“Vabbè. Ma intendo...”

“Allora voglio recitare in una delle tue commedie.”

“Ma se ti fanno schifo, Mari’! Hai sempre detto che le trovi tristi!”

“Infatti. Sono tristi. Magari io te le miglioro.” E mi fece l’occhiolino.

Maria, mi fece l’occhiolino. Stavamo sotto al portone di casa, saranno state le sette e mezzo di sera e Maria mi aveva fatto l’occhiolino, un segno di intesa tra fratelli. Dovevano essere passati trenta, trentacinque anni dall’ultimo occhiolino che mi aveva fatto Maria! E mò se ne usciva con le mie commedie.

“Ma come faccio, Maria, quelli sono tutti amici degli amici...”

“Appunto! E tu che sei il regista non riesci a inserire un’attrice? Puoi dire che sono la tua amante.”

“Ma che schifo, Mari’, mamma mia bella. Ce manca sulo che t’aggia da’ ’nu bacio.”

“Jà, e comme ’a fai difficile! Fammi fare ’na cameriera, ’na portinaia, ’na portalettere, ’nu bicchiere, ’na butteglia!”

“Sì, mò te faccio fa’ ’nu càntero.”

“Saprei fare pure il vaso da notte, stai tranquillo. Mi ispiro a te. Con i pugni nei fianchi.” E sorrise.

“Ma che ti è successo, ultimamente, eh Mari’? Dalla sera del compleanno di mamma sei cambiata, ridi. Balli. Non ti offendi, scherzi.”

“Ballo? Come sarebbe a dire, ballo?”

“Ti piace lo swing?”

“Sì, perché me lo chiedi?” E già aggrottava le sopracciglia, ma sorridendo, sospettosa.

“Perché ho visto come lo balli, sei brava.”

“Ah sì? E quando mi hai visto? Dove?”

“All’ex Asilo.”

“E con chi stavo?”

“E io che ne so? Dimmelo tu. Io so solo che era tardi.”

Sorrideva felice, come una bambina, guardandomi col mento abbassato.

“Allora mi ci porti, nella tua compagnia?”

Quella domenica pomeriggio cominciammo le prove in ritardo per colpa sua.

Feci le presentazioni, dissi che era mia sorella e che avrebbe avuto piacere di fare una piccola parte nella nuova commedia che stavamo preparando. Furono tutti molto simpatici con lei, poi però il mio dentista mi prese in disparte e mi fece un discorso di marketing molto chiaro: Va bene, tua sorella può fare una particina stavolta, ma ricordati che i ruoli principali a noi servono come “omaggio” e incentivo per i nostri pazienti, o per piazzare le amanti, o per restituire favori; quindi non si toccano.

“P’ammore ’e Dio, non mi permetterei mai,” dissi, “ma una cosa gliela devo far fare, sennò non me la levo più di torno.”

Avevamo deciso di mettere in scena un grandissimo classico della comicità napoletana: Miseria e nobiltà. Tutti, a Napoli, hanno visto il film con Totò. Tutti. E quindi tutti conoscono la storia delle due famiglie di poveracci che fingono di essere nobili per favorire il matrimonio (vietato dai nobilissimi genitori veri) di un giovane dell’alta società con la figlia di un umile – ma ricchissimo – cuoco. Durante le prove diedi il meglio di me, parlando del rapporto tra realtà e finzione, la maschera, il volto... Ma loro volevano solo far ridere, fortunatamente, e mi ascoltarono compassionevoli prima di dire vabbuò, jà, diretto’, pruvammo! Che ce ne ’mporta ’e tutte ’sti chiacchiere.



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