La dieta sostenibile by Sonia Calimandri & Gabriella de Miranda

La dieta sostenibile by Sonia Calimandri & Gabriella de Miranda

autore:Sonia Calimandri & Gabriella de Miranda [Calimandri, Sonia & Miranda, Gabriella de]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Compagnia editoriale Aliberti
pubblicato: 2024-09-15T00:00:00+00:00


Il prossimo candidato Novel Food: la carne coltivata

La dicitura giusta per questa carne è “coltivata” e non “sintetica” poiché è generata da cellule staminali animali che vengono coltivate in vitro, mentre per “sintetico” si intende tutto ciò che non proviene da cellule animali o vegetali.

La tecnica consiste nel prelevare alcune cellule muscolari e nutrirle con proteine che aiutano la crescita del tessuto. Una volta che il processo è partito, teoricamente è possibile continuare a produrre carne all’infinito, senza aggiungere nuove cellule dall’animale vivo.

Nel 2012, la fao ha previsto che la domanda mondiale di carne raggiungerà 455 milioni di tonnellate entro il 2050 (con un incremento del 76 per cento rispetto al 2005). Allo stesso modo, si prevede che la domanda globale di pesce raggiungerà 140 milioni di tonnellate entro il 2050. La maggior parte di questa tendenza è attribuita ai Paesi a medio reddito (ad esempio la Cina), poiché il consumo nei Paesi a più alto reddito è relativamente stagnante se non in leggero calo (ad esempio nel Regno Unito, ma recentemente anche in Italia) e nei Paesi a basso reddito il consumo è costante (ad esempio in India).

La carne coltivata, in alternativa alla carne naturale, può essere una risposta al forte aumento della domanda. Si eviterebbe inoltre lo sfruttamento degli animali e si otterrebbero benefici per l’ambiente, ma non tutti sono d’accordo sulla sua utilità a causa della probabile perdita di valore dei prodotti zootecnici e agroalimentari della tradizione italiana.

Gli interessi economici in ballo sono altissimi: sia da parte di chi vuole entrare nel business della carne coltivata, sia da parte di chi ha sempre allevato animali da macello.

Altri aspetti controversi della produzione di carne coltivata riguardano principalmente il punto di vista etico. Una prima riflessione riguarda il benessere animale: ad oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto dell’industria della carne, come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule. Tuttavia, sono in fase di studio i terreni di coltura alternativi che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali. Proprio per questo motivo è fondamentale che la ricerca prosegua ininterrotta così da poter del tutto evitare il sacrificio animale per la produzione di carne coltivata.

Una ulteriore questione riguarda l’impatto che potrebbe avere sul piano socio-economico: abolire gli allevamenti intensivi potrebbe comportare una riduzione delle persone attualmente impiegate nell’industria zootecnica. Per questo motivo, oltre alla ricerca risulta fondamentale lo sviluppo di politiche e interventi socio-economici adeguati ad attutire il contraccolpo della disoccupazione.

I benefici ambientali generati dalla produzione di carne coltivata dipendono anche da come verrebbero utilizzati i terreni da pascolo liberati dalla produzione di animali da carne. Per esempio, se i pascoli permanenti fossero convertiti in colture agricole intensive, l’impatto netto sui cambiamenti climatici sarebbe persino negativo, perché i pascoli permanenti catturano grandi quantità di carbonio dall’ambiente e la loro conversione in colture agricole intensive rilascerebbe importanti quantità di carbonio in atmosfera.

Se davvero questo tipo di alimento potrà sostituire, in tutto o in parte, l’attuale richiesta di carne, sarà il tempo a deciderlo e soprattutto il progresso tecnologico, che ne sta valutando costi e benefici.



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